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mercoledì 30 gennaio 2013

PER NON DIMENTICARE

Sebbene non appaia d’immediata pertinenza rispetto ai temi del riformismo, la questione della pace nel mondo (e soprattutto la sua attiva ricerca da parte dei governanti delle nazioni) ne costituisce in realtà la premessa e il terreno di fondazione. Vale allora la pena non dimenticare – fra le tante stragi che continuano a restare marginali nelle cronache televisive e dei media – quella del popolo siriano. E’ ciò a cui ci invita un articolo a firma di Shady Hamadi (*)  apparso il 17 gennaio scorso sul web magazine “Segnali di fumo” di Amnesty International in cui si denuncia che “i giovani in Siria vengano sistematicamente massacrati. 83 ragazzi, giovani con sogni e speranze, sono morti nell’università di Aleppo il 15 gennaio. Sono stati uccisi da una bomba. Stavano facendo gli esami, perché la vita continua in Siria, nonostante tutto.”
Dopo quasi due anni di violenza che ha stremato la popolazione civile, la realtà siriana non solo non ha ancora visto il concretizzarsi di azioni diplomatiche significative, ma rischia di non suscitare più nell’opinione pubblica la dovuta indignazione, generando per contro un irresponsabile oblio.
In questo senso ci fa riflettere il monito di Shady Hamadi: “Il dolore deve interessarci anche quando non è il nostro: solo da questo principio potremo coltivare speranza per i siriani e aiutarli, un giorno, a sostituire la vendetta con la giustizia.” 

   (*) Shady Hamadi, giovane scrittore italo-siriano, è stato promotore fra l’altro nel febbraio 2012 della campagna “Un fiocco nero per la Siria” mirata a sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma siriano.

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