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giovedì 25 agosto 2016

Burkinifobia

Terribile l'immagine del poliziotto francese che in spiaggia multa donne francesi e musulmane perché in burkini. Lo stato di diritto se scivola nello stato etico richiama le peggiori derive identitarie e razziste dell'occidente. E guarda caso sono sempre le donne, islamiche e arabe in questo caso, a suscitare l'interesse del biopotere. Che è da sempre interessato al controllo del soggetto dal di dentro, nella sua interiorità, come ha insegnato il movimento da cui è scaturito: la controriforma. C'è sempre un bene superiore da tutelare, un dio a cui rispondere (la laicità scambiata per libertà), un deviante da mettere in riga, uno straniero da esorcizzare. Anche Medea era barbara e strega.

domenica 21 agosto 2016

Extrasensi




Gli organi di senso non sono fissati una volta per tutte in nessuna specie vivente. Gli esseri umani generano continuamente protesi di senso attraverso la tecnologia. Tali protesi sono soggette ad un evoluzione così come avviene per ogni costituente naturale di un organismo vivente. I limiti dell’universo conosciuto sono i limiti del nostro corpo. La percezione è conoscenza. Quello che conosceremo sarà il prodotto di nuove interfacce che amplieranno e diversificheranno la nostra esperienza sensoriale.


Claudio Catalano, Extrasensi, Lulu, pdf 4,50 euro.

venerdì 19 agosto 2016

Tempi di Burkini. #ilmiglioredeimondipossibile

A proposito del burkini. Si è liberi se si è nella possibilità di indossare il burkini su una qualsiasi spiaggia occidentale e lo si è pure quando si firmano contratti di lavoro in cui ci si impegna a rinunciare alla maternità ? O si finisce al call center con la laurea ? O si nasce a Taranto ? O si è anziani con pensione al minimo ? O si è bianchi e liberi a Scampia ? O si è espulsi dalle scuole ?

#ilmiglioredeimondipossibile è la traduzione dell'idea liberale di libertà ?

mercoledì 17 agosto 2016

#ilmiglioredeimondipossibile?

Scenari clintoniani dell'Italicum: alleanza PD - Forza Italia parisizzata senza Lega e Fratelli d'Italia al secondo turno, alternativa a 5s. #ilmiglioredeimondipossibile?

domenica 14 agosto 2016

Michele Longo: la personale il 10 settembre

Il 10 settembre presso la chiesa di Santa Maria (Ponzano romano) si inaugura "Viaggio in treno", la personale di Michele Longo. Già esponente del gruppo NA6, protagonista dell'avanguardia napoletana degli anni '60, in seguito anche in pubblicità e nella scenografia teatrale. "Viaggio in teeno" rimanda ad un lungo percorso di ricerca e ai suoi imprevedibili esiti. Di seguito pubblichiamo l'intervento di Paolo Allegrezza inserito in catalogo.

Avanguardie e movimenti

L’inizio degli anni ‘60 segna per l’Italia l’avvio di una lunga fase di fermento politico e creativo destinato ad esaurirsi solo alla fine del decennio successivo. Dopo il delitto Moro tutto cambiò: i movimenti si ritrovarono stretti nella tenaglia repressiva innescata dal terrorismo, il più grande partito comunista d’occidente si avvitò in una lunga crisi scaturita dall’esaurimento del progetto berlingueriano di compromesso storico. In letteratura il ripiegamento delle avanguardie, fece il paio con il disimpegno, tra il neo ermetismo dei “poeti” innamorati e il divertissement colto sperimentato da Eco ne "Il nome della rosa" (1980). In arte uno scenario più sfumato. Il lancio della transavanguardia nel '79 non ripudiò la sperimentazione ma ne proclamò il superamento in nome del ritorno alla pittura.
Alla fine degli anni '50 l’arte e la letteratura avevano anticipato le  istanze di cambiamento destinate ad esplodere negli anni successivi. Già nel ’56 usciva  “Laborintus” di Sanguineti, a Napoli, si sviluppava l’esperienza della poesia visiva e del “Gruppo '58”, presto seguita da "Gruppo NA6” e “Operativo 64”, spinti dall’attivismo critico di Lucio Amelio e Achille Bonito Oliva; mentre sulle pagine de “Il Verri” si formava il nucleo di poeti e critici protagonisti della neo avanguardia e a Milano Piero Manzoni esponeva la sua Merda d’artista, a Roma la Scuola di Piazza del popolo di lì a poco si muoverà tra pop, provocazione, critica della società di massa. Nel frattempo, tutto si era messo in movimento. Nel Luglio ‘60 le piazze italiane furono scosse da una imponente mobilitazione anti fascista che, duramente repressa, di fatto mise fine al centrismo, nel ‘62 la riapertura del conflitto
alla Fiat, culminata negli scontri di Piazza Statuto, assunse come parola d’ordine la riduzione dell'orario di lavoro.
Se l’autunno caldo del ’69 aveva avuto le sue premesse nelle lotte di inizio decennio, il ‘68 studentesco fu annunciato da segnali  di insubordinazione nelle scuole e nelle università: la vicenda milanese della Zanzara (‘66), l’occupazione dell’università di Torino nel novembre ’67. Il ‘68 italiano, esperienza unica in occidente, non fu fenomeno relegato al mondo studentesco ma coinvolse il lavoro, i quartieri, le famiglie, le vite. Alla spinta desiderante impersonata dai movimenti, l’arte, la letteratura, la musica non potevano rimanere estranee. La contestazione alla biennale veneziana del ‘68, con il rifiuto di molti artisti di presentare le proprie opere, ben simboleggia questa fase. Negli anni ‘70 l’onda rimane alta. Mentre Napoli consolida la sua presenza sulla scena dell’arte contemporanea, grazie ad una vera e propria rete espositiva, a Roma sorgono spazi autogestiti e gallerie attraverso cui passa il flusso di linguaggi, stili, tipico di quegli anni. Tra performance, neo pop, arte povera si ramificano percorsi eterodossi e contaminati.
Nei decenni successivi tutto ciò si perderà. Il dilagare dell’estetico in pubblicità e poi nei new media
ha la sua premessa nell’accettazione dell’esistente, nel disincanto, nel cinismo; si afferma una frammentazione segnata dall'individualismo (niente più manifesti, gruppi, dialogo fra artisti, letterati, musicisti) che, abbandonata ogni ambizione sovversiva, finisce per esaurirsi sovente nella maniera. Il video e le istallazioni assumono ormai piena centralità, ma ciò che emerge è la resa al mercato, allo spettacolo, al mero gesto autoreferenziale.
Il lavoro di alcuni artisti impostisi negli ultimi anni all'attenzione mediatica - Christo, Ai Weiwei, Maurizio Cattelan, William Kentridge - è l’annuncio che un nuovo incontro tra arte e cambiamento può essere realizzato. Anche guardando al paesaggio, come in questi ultimi lavori di Michele Longo in cui le diverse percezioni visive divengono allegoria di un fuori che riguarda tutti.