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lunedì 30 marzo 2015

Altissima povertà (Agamben). Materiali per l'Esodo

Provare ad immaginare l'Esodo ? Più di uno spunto viene dal volume Altissima povertà (Neri Pozza, 2011), IV, I della monumentale ricerca su homo sacer inaugurata da Giorgio Agamben nel '95 con Il potere sovrano e la nuda vita. Ad essere analizzato è il legame tra le forme della vita monastica, in specie quella francescana, e le forme di vita. Temi che approfondiscono la ricerca sviluppata dal secondo Foucault, nei corsi tenuti al Collège de France sulle configurazioni del biopotere. Agamben individua nel movimento francescano, nel corso del XIII secolo, la prima grande rottura del paradigma economico e giuridico dell'occidente. La possibilità di pensare e praticare la vita fuori del diritto e dell'economia. Distinguendo tra uso e proprietà. L'uso consiste nel temporaneo avvalersi di cibo, vesti, riparo, al pari degli animali. Senza scivolare nell'appropriazione. Come i cavalli che mangiano l'avena per sostenersi ma non ne divengono padroni. Francesco, come noto, perse, e il movimento francescano vide disinnescata dalla Chiesa la sua carica eversiva. Fu uno dei tre capolavori politico-teologici che i papi riuscirono a realizzare nel corso del '200. Insieme alla disciplina del capitalismo (dell'usura) e della guerra (il concetto di guerra santa, mutuato su quello di guerra giusta, che fornì base teologica alle crociate). La neutralizzazione del francescanesimo fu possibile grazie alle sue stesse insufficienze, spiega Agamben. Poiché la definizione dell'uso solo come alterità, polo negativo rispetto alla proprietà, consentirà ai papi di legittimare giuridicamente quest'ultima. Che era mantenuta dalla Chiesa per conto dei frati. L'errore sta nella rinuncia francescana a definire l'uso come un ethos, una forma di vita altra da assumere come vita perfetta. La sola vita perfetta possibile. Ed avrà buon gioco Giovanni XXII a distinguere i due regimi come egualmente legittimi e distinti. Come distinti rimanevano i sacerdoti addetti all'officium, cioè ad una pratica religiosa che non è forma di vita, e i frati che facevano coincidere la loro vita con la liturgia. La conseguenza fu il progressivo assorbimento del movimento nella pratica clericale. Tuttavia, un risultato i frati lo raggiunsero: per la prima volta nella storia dell'occidente, grazie alla distinzione tra uso e proprietà, fu teorizzata e messa in atto la fuoriuscita dal diritto e dall'economia. Possibile ripartire da quell'antica sfida ?

venerdì 27 marzo 2015

General intellect ed Esodo

Lo sviluppo del capitale fisso mostra fino a quale grado il sapere sociale generale, knowledge, è diventato forza produttiva immediata, e quindi le condizioni del processo vitale stesso della società sono passate sotto il controllo del general intellect, e rimodellate in conformità ad esso; fino a quale grado le forze produttive sociali sono prodotte, non solo nella forma del sapere, ma come organi immediati della prassi sociale, del processo di vita reale. (Karl Marx, Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, vol. 2, trad. it. Enzo Grillo, La Nuova Itala editrice, 1970, p. 403).

Questo celebre passo, fondamentale  nella riflessione critica degli anni '60 e '70, come punto di partenza di un nuovo percorso collettivo fuori della politica, fuori della storia dei movimenti come l'abbiamo conosciuta dal '64 ad oggi, fuori della dialettica ?  Il General intellect può, qui ed ora, iniziare a porsi obiettivi piccoli, misurabili, parziali. Imparando dalla storia dei movimenti femministi e dalla controcultura americana che dal sé, dalla dimensione micro in relazione con il corpo collettivo sono sempre partiti. Cominciando a pensare l'Esodo e ai modi in cui può essere attivato.