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domenica 21 aprile 2013

Carne surrogata e Vendola: le due notizie della domenica

La notizia migliore della domenica la pubblica il supplemento innovazione e tecnologia del Sole 24 ore. La Silicon valley sta puntando su un nuovo business: la produzione di carne surrogata generata da proteine vegetali. Non è un'idea nuova, da tempo tofu e soia sono proposti come sostituti della carne in forma di cotolette e würstel. La novità è l'interesse dei grandi investitori, tra cui Bill Gates. Se la produzione di carne surrogata è percepita come una nuova frontiera dell'alimentazione sostenibile e salutista, tutto cambia. E si può evitare il collasso ambientale. Se i consumi di carne nei prossimi vent'anni raddoppieranno dagli attuali 300 milioni di tonnellate (dati FAO), la quantità di CO2 aumenterebbe esponenzialmente: un chilo di manzo finito nel nostro piatto ne produce ora 27 chili. A meno che non aumenti improvvisamente (e miracolosamente) il numero dei vegetariani in occidente e i paesi poveri rifiutino il regime carnico, la strada è obbligata.

La notizia peggiore non è l'implosione del PD, ma il riproporsi nella sinistra italiana dell'antico e micidiale mix di spirito identitario e settarismo. Vendola, smentendo i propositi unitari fin qui sbandierati, si accoda a Grillo e annuncia la nascita di un partito di sinistra sinistra. Un film già visto che non produrrà niente di utile se non la riproposizione dell'ennesimo soggetto minoritario. La speranza è che Barca, dopo il bel documento sul partito, non lo segua evitando di seguire il richiamo della foresta. Ciò che serve è la rifondazione del PD e il suo allargamento a tutta la sinistra non comunista. Radicali, socialisti, Sel dovrebbero entrare nel nuovo PD e dare vita ad aree cultural politiche che si confrontino per poi misurare il loro consenso nelle primarie. E dare vita a quella competizione tra sinistra liberale e sinistra socialdemocratica che finora è mancata. Ma il vate rosso, da buon discepolo di Bertinotti,  ancora una volta sembra preferire la tradizione.
p.a.


giovedì 11 aprile 2013

Scuola: chi valuta non può essere valutato ?


In concomitanza con l'avvicinarsi delle prove Invalsi si è riacceso uno stantio dibattito sulla possibilità di valutare con criteri universalmente accettati i livelli di competenza dei nostri studenti. Di seguito alcune precisazioni "da dentro".
1) Il fatto che lo Stato faccia delle rilevazioni dei livelli di apprendimento nelle scuole statali non può far pensare certamente ad un condizionamento della programmazione didattica; le indicazioni nazionali, che accompagnano la nascita dei nuovi licei, già sono sufficienti ad orientare, e non necessariamente in senso negativo, le nostre programmazioni didattiche. La libertà di insegnamento è importante ma non può pregiudicare libertà o diritti di livello superiore.
2) Le regole sociali sono precisamente un tentativo, positivo e irrinunciabile, di creare quella omologazione che non si dovrebbe intendere spregiativamente in quanto è l'insieme condiviso che noi tendiamo piuttosto a chiamare cultura.
3) In ogni caso il compito della scuola, che ci piaccia o no, è anche quello di certificare delle competenze rilasciando un titolo di studio statale e non generici attestati di frequenza.
4) Le prove del SNV sono preparate da docenti e testate con cura.
5) Quelli che qualcuno chiama ancora quiz sono in realtà prove strutturate o semistrutturate frutto di un lungo e raffinato lavoro docimologico e costituiscono tuttora uno dei metodi di accertamento di competenze utilizzato da istituti e università per l'ammissione ai corsi e dalle agenzie per la selezione del personale. Il fatto che si usino strumenti di rilevamento delle competenze non implica fondare tutta l'attività didattica e di conseguenza tutta la valutazione formativa o sommativa sulle prove strutturate.
6) I questionari degli studenti con disabilità, che abbiano (cosa auspicabile) o meno partecipato alla somministrazione, non entrano nel computo statistico. In questo non c'è alcuna discrezionalità del DS.
7) La pratica del cheating (imbroglio) sia da parte dei docenti che da parte degli studenti è tenuta in debito conto e viene calcolata con tecniche statistiche; i risultati sono sempre al netto del cheating.
8) La valutazione che si centra sull'autovalutazione prevede una parte attiva e non può esistere in presenza della cultura del sospetto e del boicottaggio. La correzione delle prove nazionali vede i docenti impegnati in un'attività che potrebbe anche ridursi a manovalanza, ma questo impegno porta anche ad entrare nel vivo delle risposte ai quesiti della prova e nel processo di raccolta dei dati che è il primo passo verso la successiva e più raffinata analisi dei dati.
p.e. cretoni


sabato 6 aprile 2013

Aldo Capitini: istituzioni e individui



Pubblichiamo un brano dalla lettera di religione n. 9 che Capitini scrisse il 13 febbraio 1952. Gli individui e le istituzioni, una differenza utile per capire le reali possibilità di cambiamento del nuovo Papa.

Forse mai con la chiarezza di oggi fu possibile vedere la differenza tra le istituzioni e gl'individui; e su questa differenza è bene richiamare l'attenzione, proprio per esigenza religiosa, soprattutto per queste due ragioni:
1. che anche le vecchie istituzioni religiose subiscono questa squalifica;
2. che solo vivendo quella differenza si reagisce alla tentazione di distruggere, con le istituzioni (come si deve) gl'individui (perché anzi, la vita religiosa come la vengo esponendo, li vede tutti esser anche altro che la istituzione a cui appartengono, e li conduce tutti alla liberazione, e perciò attua la nonviolenza).
Non ci si può preparare ad una nuova vita religiosa se non riducendo al minimo i fatti istituzionali di qualsiasi genere...
Le istituzioni, quanto piú si ergono superbe e totalitarie (cioè con la pretesa di abbracciare tutto), tanto piú sono lussuria di potenza e ostacolo diabolicissimo, o storico o umano o mondano che si voglia dire, all'emergere di quella compresenza pura o realtà di tutti, che solo amore e valore ha per confine, e che ha per fondamento incrollabile l'intimità e la libera apertura: spiritus ubi vult spirat (lo spirito soffia dove vuole).
… Perciò tanto piú stona religiosamente che uno che si dice il capo dell'istituzione cattolica (ma io penso che il rinnovamento religioso non sarà opera di un capo, bensí di tutti gli esseri) diffonda parole di soverchio vanto dell'istituzione, come istituzione, e pretenda, nientedimeno, di restaurare cosí lo spirito evangelico, di dare inizio a rifare il mondo dalle fondamenta, e al cambiamento di rotta da tanti desiderato: sono queste frasi del discorso di Pio XII del 10 febbraio 1952. In séguito a questo discorso il capo dell'Azione cattolica scrive commentando e svolgendo: " Siamo caduti molto in basso durante cinque secoli della ribellione protestante ".
Vediamo dunque confermata la tante volte ripetuta autoesaltazione della Chiesa di Roma, l'irreligioso e disgustoso vanto della propria durata nei secoli (come se esso non possa esser fatto ugualmente da tante altre istituzioni storiche, alte e meno alte, e basse, dalla religione ebraica ed altre orientali alla specie dei lupi e degli elefanti e a tanti costumi che durano da millenni), il pagano mito della salvezza di Roma per opera di Maria; e, cosa piú importante, l'accusa alle correnti cristiane non cattoliche; poiché, se si fa una considerazione di costume civile e di moralità, è ben visibile che paesi formati, si può dire, dalla riforma o "ribellione" protestante, come l'Inghilterra, la Svizzera, la Svezia e Norvegia, la Danimarca, l'Olanda, nulla hanno da invidiare alle nazioni cattoliche e particolarmente alla Spagna, dove la Chiesa romana è onnipotente e Maria invocata come patrona.