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giovedì 11 aprile 2013

Scuola: chi valuta non può essere valutato ?


In concomitanza con l'avvicinarsi delle prove Invalsi si è riacceso uno stantio dibattito sulla possibilità di valutare con criteri universalmente accettati i livelli di competenza dei nostri studenti. Di seguito alcune precisazioni "da dentro".
1) Il fatto che lo Stato faccia delle rilevazioni dei livelli di apprendimento nelle scuole statali non può far pensare certamente ad un condizionamento della programmazione didattica; le indicazioni nazionali, che accompagnano la nascita dei nuovi licei, già sono sufficienti ad orientare, e non necessariamente in senso negativo, le nostre programmazioni didattiche. La libertà di insegnamento è importante ma non può pregiudicare libertà o diritti di livello superiore.
2) Le regole sociali sono precisamente un tentativo, positivo e irrinunciabile, di creare quella omologazione che non si dovrebbe intendere spregiativamente in quanto è l'insieme condiviso che noi tendiamo piuttosto a chiamare cultura.
3) In ogni caso il compito della scuola, che ci piaccia o no, è anche quello di certificare delle competenze rilasciando un titolo di studio statale e non generici attestati di frequenza.
4) Le prove del SNV sono preparate da docenti e testate con cura.
5) Quelli che qualcuno chiama ancora quiz sono in realtà prove strutturate o semistrutturate frutto di un lungo e raffinato lavoro docimologico e costituiscono tuttora uno dei metodi di accertamento di competenze utilizzato da istituti e università per l'ammissione ai corsi e dalle agenzie per la selezione del personale. Il fatto che si usino strumenti di rilevamento delle competenze non implica fondare tutta l'attività didattica e di conseguenza tutta la valutazione formativa o sommativa sulle prove strutturate.
6) I questionari degli studenti con disabilità, che abbiano (cosa auspicabile) o meno partecipato alla somministrazione, non entrano nel computo statistico. In questo non c'è alcuna discrezionalità del DS.
7) La pratica del cheating (imbroglio) sia da parte dei docenti che da parte degli studenti è tenuta in debito conto e viene calcolata con tecniche statistiche; i risultati sono sempre al netto del cheating.
8) La valutazione che si centra sull'autovalutazione prevede una parte attiva e non può esistere in presenza della cultura del sospetto e del boicottaggio. La correzione delle prove nazionali vede i docenti impegnati in un'attività che potrebbe anche ridursi a manovalanza, ma questo impegno porta anche ad entrare nel vivo delle risposte ai quesiti della prova e nel processo di raccolta dei dati che è il primo passo verso la successiva e più raffinata analisi dei dati.
p.e. cretoni