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giovedì 27 settembre 2012

Roma non ha bisogno di icone

Deludente intervista oggi al Corriere di Andrea Riccardi, attuale ministro per la cooperazione e fondatore di Sant'Egidio. Alla domanda su chi sceglierebbe tra Alemanno e Zingaretti non ha trovato di meglio che dichiarare di non credere ai salvatori della patria e aggiungere lo stantio elogio della società civile contrapposta alla politica ("la Roma delle professioni è molto ricca"). Perché mai un candidato di destra o di sinistra debba essere considerato un salvatore della patria e non un semplice candidato da valutare sulla scorta dei programmi, è un mistero. Così come lascia il tempo che trova il richiamo al mondo delle professioni privo del conforto dei nomi. Unica eccezione indicata da Riccardi il procuratore generale Giuseppe Pignatone, magistrato illustre, ma estraneo alle vicende romane. Ma la considerazione che lascia più stupiti è un'altra. Dovendo citare un modello di Sindaco, Riccardi fa il nome di Gulio Carlo Argan, primo cittadino romano tra il 1976 e il 1979. Figura autorevole, certo. Ma non un campione per l'efficacia dell'azione amministrativa (in specie in campo urbanistico). È allora perché non ricordare Petroselli che la sua autorevolezza se la conquistò sul campo ? Basti ricordare Tor Bella Monaca, una delle poche operazioni edilizie non speculative mai compiute a Roma. Oggi ciò che serve non è un'icona intellettuale, ma un Sindaco, e una classe di governo, coraggiosi. In grado di dire no ai mille appetiti concentrati sull'agro e rendere almeno decenti i servizi pubblici individuando nuovi modelli di gestione alternativi al pubblico uber alles  caro a certa sinistra. E se proprio vogliamo giocare alle icone, nonne troviamo nessuna migliore del sindaco che per primo, e con successo, combatté la rendita fondiaria. Ernesto Nathan.