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mercoledì 16 maggio 2012

Le Api e la Repubblica: democrazia e non democrazia in Italia

La storia della Repubblica italiana, dal 1947 fino ad oggi,  si può dividere in diverse fasi, come se si trattasse dei vari atti di uno stesso dramma teatrale. Ciascun atto ha la durata di quindici anni. Perché quello è il tempo del bioritmo, ciclico e politico, della storia dei nostri ultimi sessantacinque anni. Dalla primavera del 1947, infatti, l’Italia ha conosciuto un percorso storico-politico assai travagliato e incapace di porre fine all’emergenza di una “transizione infinita” che, dalle macerie del regime fascista, non è riuscita a condurci ad una democrazia liberale. Si è come rimasti chiusi in un limbo, dove il sistema partitocratico, corporativo, monopolistico, burocratico e ideologico ha impedito il superamento dì quei tratti non democratici e illiberali ereditati dal regime precedente. La prima fase della nostra storia repubblicana va dal 1947 al 1962, cui segue la fase di “crisi” del 1963 e, poi, si ha una risoluzione nel 1964. La seconda fase va dal 1964 al 1977, con la fine del quindicennio precedente rappresentata dal 1978 e con la risoluzione simbolicamente identificata nel 1979. Il terzo tempo va dal 1979 al 1992. Il quarto atto della Storia della nostra Repubblica va dal 1994 al 2008. Il 2009, perciò, rappresenta l’inizio dell’ennesima fase di transizione che apre un’ulteriore capitolo. In altre parole, il conflitto tra democrazia e non-democrazia ha radici lontane, ma dura tuttora. Da qualche anno a questa parte, forse proprio a segnare l’ultimo di questi confini temporali, per via della enorme diffusione di pesticidi in agricoltura, si sta verificando un fenomeno preoccupante: la scomparsa delle api. A tal proposito, il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, lo scorso aprile, ha presentato  a Roma, in una conferenza stampa, i risultati di un importante progetto di ricerca sui meccanismi che causano la mortalità delle colonie di api sul territorio nazionale. Lo studio è stato condotto con  una innovativa metodologia di monitoraggio “sul campo”. La mortalità degli alveari italiani è un “qualcosa” che fa tornare alla mente l’articolo di Pier Paolo Pasolini intitolato “Il vuoto del potere in Italia” e meglio conosciuto come “L’articolo delle lucciole”, pubblicato il 1° febbraio 1975 sul Corriere della Sera. La mortalità degli alveari nel nostro Paese rappresenta una grave minaccia ecologica ed economica: si stima che, tramite l’impollinazione, le api sostengano la vita dell’84% delle piante e del 75% di quelle di interesse alimentare. Per questo è particolarmente importante capire quali sono le cause e gli effetti di questo fenomeno. Si è visto, infatti, che le interazioni genotipo-ambiente, i cambiamenti climatici ed altri diversi fenomeni possono influire sul livello di resistenza degli insetti. I dati dimostrano – ha spiegato il direttore del CRA-API di Bologna Marco Lodesani  “che diversi agenti di stress, interferendo con il sistema immunitario dell’ape, possono, indirettamente, facilitare esplosioni virali che rischiano, rapidamente, di condurre a morte le colonie. Un tale modello - ha aggiunto Lodesani - può consentire l’interpretazione di una serie di fenomeni collegati con la salute delle api e, dunque, indirettamente, con le produzione delle api stesse e più in generale con le produzioni agrarie”.
Pier Paolo Segneri
membro della Giunta esecutiva 
di Radicali Italiani