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sabato 5 maggio 2012

ACEA PUBBLICA ? PESSIMO AFFARE


Il Pd a Roma è in piena sindrome statalista. Sulla questione Acea è in prima fila per salvare la città dall'arrivo dei barbari privati. E così giù manifesti sul tradimento del referendum e condivisione piena della retorica movimentista. Che poi Acea sia sprofondata in una voragine finanziaria di cui non si vede soluzione, che strapaghi i suoi manager nonostante i risultati disastrosi, che si sia lanciata in operazioni improbabili all'estero (Santo Domingo e Colombia) che sia da anni terra di conquista di manager collocati dalla politica, cosa importa? L' importante è brandire la bandierina della salvaguardia del pubblico costi quel che costi. Ma vediamo qualche numero.
Azienda quotata in borsa, è detenuta da Caltagirone per un 15% e da Suez - Gaz de France per il 12,5%. Il resto è di proprietà del comune di Roma. Ha debiti per 2,29 miliardi a fronte di 6822 dipendenti, con un incremento tra 2010 e 2008 (gli anni di Alemanno) di 435 unità. Nel bilancio 2011 approvato in questi giorni registra un calo dell'utile netto del 6,5%, coerente con un quasi imezzamento del valore negli ultimi quattro anni. Sempre di questi giorni la polemica sui dirigenti strapagati: il direttore generale percepisce 756 mila euro annui più benefit per 86 mila euro, il consigliere delegato Staderini (uomo di Casini) 350 mila più bonus di 126 mila, il presidente 408 totali, il direttore del personale (fratello del medico personale di Berlusconi) 320 mila con casa pagata in centro. Per le aziende quotate, si sa non vale il tetto imposto dal governo alle remunerazioni dei manager pubblici, ma fuori dell'ala protettiva dei partiti certe performance difficilmente sarebbero passate inosservate (e impunite). Che fare? Privatizzazione totale, alienando anche il 30% eventualmente residuo, e affidare al pubblico il compito di regolare i servizi idrico e di illuminazione ovviamente salvaguardando l'interesse degli utenti. La privatizzazione, pur parziale, è sollecitata da Governo e antitrust, non da perfidi speculatori. La soluzione proposta, invece, da chi è contrario alla privatizzazione prevede la gara per l'appalto dell'illuminazione pubblica (vale il 2% del fatturato di Acea) lasciando il comune proprietario del 51%. Insomma, partiti padroni assoluti ora e sempre e avanti con i debiti.