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venerdì 11 maggio 2012

CONTRO CROCE

Edmondo Marcucci fu pacifista, vegetariano, sodale di Capitini nella scelta non violenta. Qui riportiamo un suo commento su Croce in cui emerge come non sempre i liberali siano libertari.

Spesso si fa il nome di Benedetto Croce come quello di un grande intellettuale oppositore del fascismo che con la sua rivista "La Critica" e la casa editrice Laterza costituì un propugnacolo di libertà. Ciò rispoden alla verità fino a un certo punto. Nel senso che prima del fascismo Croce non si dimostrò un umanitario, un apcifista, un democratico, almeno nei suoi numerosi scritti. Con il suo "storicismo" (apparentato ad una filosofia idealistica riecheggiante Hegel), Croce derise con la sua caustica penna le correnti umanitarie, pacifiste, morlaistiche e libertarie della sua epoca, bollandole di astratti relitti illuministici e massonici, idee d'uomini in ritardo con la storia. Nella sua "Filosofia della pratica" scrisse che la guerra "é intrinseca alla realtà", "insita alla vita" e quest'affermazione la ripetè anche nel 1945 e nel 1946. Giustificò persino l'inquisizione cattolica chiamandola "veramente santa", avversò il socialismo, il modernismo cattolico.
(Sotto il segno della pace, 1983, p. 38)