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mercoledì 9 giugno 2010

Antropologia italica

A mio avviso, l’articolo “Meno Stato, più Società” di Piero Ostellino sul “Corriere” del 30-5-2010, denuncia furbizie e sprechi, ma se letto con le chiavi etologiche della gran parte degli italiani, soprattutto maschi, in realtà esalta i furbi, i ladri ed i parassiti. I vincitori sono loro, il modello è quello, non vale la pena affrontare altre strade, poiché gli altri, i produttivi, gli onesti, sono solo dei fessi.
Peraltro, la gran parte della comunicazione di denuncia, in tutti i media, ricalca lo stesso schema ed ottiene gli stessi risultati, esaltare i furbi. Forse è necessario per le vendite.
Negli ultimi anni l’unico messaggio che ha lavorato contro questo schema comportamentale è stato quello emesso dal Ministro Brunetta quando ha parlato di “bamboccioni”: non furbi, ma incapaci, patologicamente impotenti. Il risalto che è stato dato a quella frase dimostra quanto sia stata efficace. Lo è stata in quanto insolita, inaspettata: invece di denunciare i potenti e blandire le masse, evidenziava le condizioni di schiavitù del popolo bue.
Analogamente, una campagna che mettesse in luce quanto siano da compatire più che denunciare i tanti che concorrono per il posto fisso, costringendo i politici ad inventare Enti Inutili ed Università per collocarli, sarebbe forse più efficace nel dinamizzare la società italiana.
Il suo effetto sarebbe ancor maggiore se indagasse nelle radici psico e socio patologiche dell’incapacità ad intraprendere ed inventare la vita, come anche sulle conseguenze che quelle condizioni hanno nell’efficienza delle burocrazie.
Noi tutti, ad esempio, abbiamo avuto esperienza del rancore esistenziale che domina la gran parte dei dipendenti pubblici italiani e di come le loro frustrazioni si tramutino in vessazioni sia per i cittadini utenti che per i pochi che non rinunciano a creare. Chiunque abbia tentato di avviare un’attività, sia essa per profitto economico, sociale o culturale, conosce l’effetto muro di gomma e percepisce come dietro ci sia rabbia per le rinunce fatte, quindi ostilità per chi vuole rimanere libero e vivo.
Andrebbe, quindi, esplicitato come quegli impiegati, quei funzionari, siano stati, a loro volta, vittime di violenza, castrati da famiglie spaventate o spinti in carriere a loro aliene da sogni di riscatto sociale non loro.
In altre parole, evidenziare l’oggettività delle dinamiche potrebbe essere efficace perlomeno tanto quanto indicare i cattivi.

Franco Paolinelli

- Link all'articolo di Ostellino.