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giovedì 5 agosto 2010

A Bersani serve il tedesco

Manca un passaggio alla proposta delle larghe intese sostenuta da Bersani. Si chiama sistema elettorale tedesco. Solo con la scelta per il proporzionale con sbarramento, l'appoggio ad un governo nato per superare il porcellum e condurre in porto il federalismo, può avere un senso. Nel momento in cui votasse la fiducia ad un governo Tremonti con la Lega, il Pd si dividerebbe. Prevedibili le uscite sia verso Vendola, sia verso Di Pietro. L'unico modo per renderle indolori è l'approvazione di una legge elettorale che consenta l'alleanza con il terzo polo centrista, senza pagare eccessivo dazio alle urne. A quel punto il Pd sarebbe finalmente libero di fare campagna elettorale contro Di Pietro e il suo giustizialismo, additandolo come il residuo di un'epoca ormai chiusa. Riguardo a Vendola, non gli resterebbe che misurarsi con il superamento dello sbarramento al 5% alla testa di una coalizione rosso - verde. Il suo appeal ne uscirebbe assai ridimensionato. La partita si giocherebbe tra una coalizione di destra berlusconian - leghista ed una di centro - sinistra guidata da Pd e terzisti. A quel punto avremmo un Pd, forse sconfitto, ma finalmente acquisito al campo riformista, in quanto si sarebbe esplicitamente contrapposto tanto all'antipolitica dipietrista, quanto al conservatorismo vendoliano. Della partita nel campo Pd dovrebbero essere anche radicali e socialisti, impossibilitati a superare lo sbarramento. La loro accoglienza nelle liste costituirebbe a quel punto la premessa della loro entrata nel Pd, con auspicabile superamento del binomio culturale catto – comunista. L'unica cosa che non si può fare in questo schema è offrire la leadership a Casini, come sostenuto improvvidamente da Livia Turco. Si accrediterebbe l'idea del lasciapassare centrista per un Pd che a quel punto potrebbe proporre, a norma di statuto e di buon senso politico, solo il suo segretario per Palazzo Chigi.

p.a.