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mercoledì 22 dicembre 2010

Tea party: razzisti più che liberisti

Come abbiamo scritto tempo fa (vedi "Tea party e liberali di casa nostra" del 7 novembre) i tea party non sono affatto espressione di una nuova stagione liberista che attraverserebbe gli Usa in reazione al socialismo obamiano. Tra di loro abbondano i sostenitori dei movimenti della supremazia bianca. Ne parla il Fatto quotidiano in un articolo di Roberto Festa pubblicato il 22 dicembre. I loro toni ricordano i nostri leghisti, un misto di tradizionalismo e xenofobia. La destra liberista in tempo di crisi non ha il volto democratico e un po' guascone del reaganismo, è il ricettacolo delle paure e dell'odio (un buon motivo per non lasciargli il tema della libertà). Dietro la maschera vaporosa di Sarah Palin spuntano i cappucci del vecchio Klan. Nel video allegato Al Sharpton sottolinea come i repubblicani debbano prendere le distanze da certi toni razzisti.

p.a.