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venerdì 30 aprile 2010

BELLE facce

(Red.) C'è bisogno di belle facce, per ricominciare. I media propongono volti impresentabili. Di politici e di gente comune. I reality ci restituiscono un ritratto della piccola borghesia italiana deprimente cui, è questa la novità degli ultimi anni, non si contrappone un'élite credibile. Proviamo a lanciare un sondaggio di "belle facce" (viventi) da proporre. Gente poco conosciuta che non fa proclami, ma lavora e studia. Che contribuisce a capire meglio l'Italia. Insomma, dei riformisti. Che si dichiarino o meno tali.
Giuseppe Casarrubea : Intervista sulla mafia

martedì 27 aprile 2010

Ma il Pd cosa vuole ?

E’ curioso sentir dire da Bersani, su Repubblica, che con B. non si possono fare le riforme. Non perché l’affermazione non contenga del vero, ma perché non si capisce come faccia il Pd a parlare di riforme quando non ha un suo progetto. Qualora B. imploda, il Pd cosa direbbe sul tema Violante recita la solita litania della separazione dei poteri e del sistema elettorale che dia potere di scelta al cittadino. Acqua calda che nasconde ciò che tutti sanno: il Pd è diviso e lo stesso segretario su questi temi non è a suo agio.

Si apra nei prossimi mesi una bella discussione tra gli iscritti sui due soli sistemi proponobili, il francese e il tedesco. Allora tanti esponenti democratici che aspettano di vedere dove tira il vento per dire la loro, dovranno pronunciarsi. Se un dirigente politico non sa cosa dire sulla questione fondante di una democrazia, la forma di governo e la legge elettorale, può veramente dirsi tale? L’unico che finora ci ha messo la faccia, piaccia o no, è D’Alema.
Leggi il testo integrale e i commenti su "The Front Page"

venerdì 23 aprile 2010

Bersani in seconda fila ?

Una cosa il Pd non può farsi imporre da Di Pietro: il veto sul suo segretario come candidato leader del centrosinistra in caso di elezioni anticipate. Con candidati alla Montezemolo o alla Draghi, versioni laccate del Prodi ‘96, avremmo uno stanco replay del copione del mediatore tra troppi solisti.
Leggi il testo integrale

giovedì 15 aprile 2010

Concilio o decadenza?

Rilanciando il dibattito sul Concilio già in corso sul blog, consigliamo un'attenta lettura dell'intervento di oggi di Hans Küng (cfr. articolo su "La Repubblica" in PDF da finesettimana.org) in cui si invitano i vescovi a parlare e a sollecitare un concilio per discutere su punti concreti e condivisi. Su un piatto della bilancia la crisi, sull'altro "un segno di speranza" e una prospettiva per la chiesa.

La Redazione

giovedì 8 aprile 2010

concilio vaticano terzo

Dinanzi agli arroccamenti ormai sempre più frequenti della gerarchia cattolica e ad atteggiamenti difensivi sempre meno "difendibili", credo sia giunto il tempo per una mobilitazione dal basso (parrocchie, movimenti ecclesiali, gruppi spontanei ...) per invocare la convocazione di un Concilio Vaticano III quale occasione di indispensabile ripensamento, rinnovamento e confronto con gli uomini del nostro tempo (alla maggioranza dei quali è peraltro sconosciuto l'apporto del frequentemente citato Concilio Vaticano II....)
Le motivazioni di tale urgenza sono state ben espresse da Vito Mancuso in un suo recente articolo (cfr. articolo su "La Repubblica" del 25.2.2009).
Si tratta in questo caso di "materiale contro-riformista"....
DaS

mercoledì 7 aprile 2010

PD E SICILIA

La storia italiana insegna che spesso la Sicilia anticipa ciò che avviene nella politica nazionale. Per cui occorre tenere d'occhio ciò che accde sull'isola, anche per la forza elettorale che esprime. Come dimostra l'indimenticato 61 a 0 del 2001. In Sicilia si può aprire una prospettiva politica nuova per il Pd. Costruire una maggioranza autonomista con quelle componenti del moderatismo interessate a non perpetuare la subalternità a B. e B. Purtroppo, nel Pd se ne parla poco. Eppure è una vicenda di portata nazionale, almeno se ancora pensiamo che la questione meridonale lo sia. In allegato alcuni approfondimenti.

Allegato 1
Allegato 2

sabato 3 aprile 2010

RIFORMISTI E 5 STELLE

Ormai appare chiaro che alle elezioni 2013 si andrà con un'alleanza ampia che provi a tenere dentro tutti, dall'Udc a Grillo. Sarà poco Lingotto, ma i numeri parlano chiaro. Per battere B. e B. c'è bisogno di tutti, nessuno escluso. E allora la scommessa del PD sarà conciliare coalizione e programma riformista. E qui entra in gioco tutta la sapienza di una vecchia arte chiamata politica. In senso alto. La speranza è che il mondo a sinistra del Pd (5 stelle, viola, Idv, S.e.L., Fed. sin.) si federi e magari indichi un suo leader che possa interloquire con i riformisti. Il PD potrebbe fare lo stesso e lanciare una campagna di adesioni che punti a far iscrivere tutti i riformisti. I primi interlocutori ne dovrebbero essere radicali e socialisti. Un "apriamo le porte del PD" che segni una mobilitazione straoridinaria del partito in primavera. Intanto, poiché con il diavolo bisogna parlare, conviene dare un'occhiata al programma del movimento 5 stelle. Che anche lì si stia facendo qualche passo in avanti rispetto al V day e al giustizialismo becero?
Leggi il programma del movimento 5 stelle