Ormai appare chiaro che alle elezioni 2013 si andrà con un'alleanza ampia che provi a tenere dentro tutti, dall'Udc a Grillo. Sarà poco Lingotto, ma i numeri parlano chiaro. Per battere B. e B. c'è bisogno di tutti, nessuno escluso. E allora la scommessa del PD sarà conciliare coalizione e programma riformista. E qui entra in gioco tutta la sapienza di una vecchia arte chiamata politica. In senso alto. La speranza è che il mondo a sinistra del Pd (5 stelle, viola, Idv, S.e.L., Fed. sin.) si federi e magari indichi un suo leader che possa interloquire con i riformisti. Il PD potrebbe fare lo stesso e lanciare una campagna di adesioni che punti a far iscrivere tutti i riformisti. I primi interlocutori ne dovrebbero essere radicali e socialisti. Un "apriamo le porte del PD" che segni una mobilitazione straoridinaria del partito in primavera. Intanto, poiché con il diavolo bisogna parlare, conviene dare un'occhiata al programma del movimento 5 stelle. Che anche lì si stia facendo qualche passo in avanti rispetto al V day e al giustizialismo becero?
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