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giovedì 9 febbraio 2012

Qualcosa di concreto


Ho visto un campo libero. Dove si può coltivare la lealtà, l’onestà, il rispetto degli impegni e della parola data. Dove c’è spazio per il merito, per la creatività, per le qualità di ciascuno. Dove ognuno può incontrare gli altri e costruire insieme qualcosa di nuovo. Dove si può seminare ovunque il senso dello Stato, la legalità, il Diritto. Dove la parola “politica” significa democrazia, libertà, responsabilità, dialogo, idee. Dove l’uguaglianza non è l’omologazione delle menti, ma la diversità degli individui che si riconoscono tutti uguali davanti alla Legge e di fronte al Mistero. Dove ci sono pari opportunità e dove gli accessi al mondo del lavoro non sono ostruiti da un manto che nasconde il futuro negandolo, ma si possono aprire con le chiavi delle proprie attitudini, capacità, saperi, talenti, volontà. Oltre il 40% degli elettori italiani non si sente più rappresentato dalle attuali forze in campo. C’è un altro campo che si sta formando e dove si stanno recando i cittadini, ma non è quello della partitocrazia di centro-destra-sinistra e del Potere trasversale. Non è il campo dove si trovano, ora, i vari partiti: primi, secondi o terzi Poli. C’è un campo “altro” composto dai cittadini. C’è chi dice che non andrà a votare, chi non si riconosce nei partiti che siedono in Parlamento, chi è indeciso, chi è furioso, chi non voterebbe mai per Vendola. Il sistema di Potere che domina dentro e fuori il Palazzo è sempre lo stesso: quello della partitocrazia, cioè dell’Ancien Régime, del “Vecchio Regime”. L’attuale terreno politico è un campo ormai inquinato, marcio, incoltivabile. Ci vorrà almeno un decennio per poterlo bonificare. E non è detto che ci si riesca. E’ un terreno melmoso, devastato e desertificato. Non è più possibile coltivarlo. Chi vi entra ne resta impigliato e rischia di cadere giù come intrappolato nelle sabbie mobili. E’ per questa ragione che continuo imperterrito a raccontare un sogno: quello di costruire un altro campo, aperto, diverso. Dove il modello di riferimento sia liberal-democratico, dove il metodo liberale aiuti e integri forme nuove di organizzazione politica, che possiamo chiamare in vari modi, ma tutti di natura liberale e democratica: intelligenza collettiva, cervello connettivo, spirito plurale, mente aperta, Eta Beta (direbbe Giuliano Amato), corpo interagente, interdipendenza tra diversi, intellettuale collettivo (ma non nel senso gramsciano). Mi riferisco, insomma, al campo della Politica, scritta con la maiuscola, cioè nel senso alto e nobile del termine. Questo campo c’è. Io l’ho visto. L’ho visto nella storia dei Radicali di Marco Pannella e di Emma Bonino. Lo vedo oggi, tra le persone comuni.

Pier Paolo Segneri