Riceviamo da Pier Paolo Segneri, componente della Giunta esecutiva di Radicali italiani
Svuota-carceri:
le ragioni di un voto
Astensione! Anche
l’astensione è un voto, è una scelta di campo. E allora, quando si sceglie l’astensione,
si resta in Aula, si vota. Come votano tutti gli altri. E sono voti che
contano, come si contano i voti favorevoli e quelli contrari. L’astensione non è un’assenza, non è un
ritrarsi dalla votazione, non è un banco vuoto, un’Aventino o un’uscita
dall’emiciclo. L’astensione è un voto. Corrisponde forse alla scheda bianca che
si può depositare nell’urna al momento delle elezioni, cioè quando si decide di
non indicare la preferenza né una lista e di lasciare la scheda in bianco,
intonsa. Certo, è una scelta difficile, che va motivata, spiegata, chiarita.
Insomma, il voto controcorrente dei Radicali sul decreto legge denominato
“svuota-carceri” è stato dovuto al fatto che il provvedimento è apparso del
tutto insufficiente perché non svuota le celle dei penitenziari e non affronta
il problema più ampio della malagiustizia italiana, del collasso giudiziario in
corso, delle prescrizioni riservate a chi può permettersi gli avvocati migliori.
Insomma, il cosiddetto “svuota-carceri” è un provvedimento che non risolve e
non riforma. La misura permetterà a circa tremila detenuti di
trascorrere agli arresti domiciliari gli ultimi 18 mesi di pena. L’opinione pubblica è
divisa: per alcuni, una tale misura rappresenta una vera e propria resa dello
Stato; per altri, è lo Stato stesso ad essere nella totale illegalità giuridica
e costituzionale nei confronti dell’intera comunità penitenziaria e dei
cittadini inermi di fronte alle carte delle procure e dei tribunali. Comunque,
dal provvedimento saranno esclusi i condannati per reati gravi, come per
mafia, e il beneficio non scatterà in automatico, ma sarà il magistrato a
decidere caso per caso. Non da ultimo, per usufruire del provvedimento, i
detenuti dovranno avere una casa in cui tornare, requisito che escluderà molti
stranieri. Ecco perché servirebbe l’amnistia. Ma non solo per questo motivo. Alla
fine, la scelta responsabile dei Radicali è stata dovuta al fatto di essersi
ritrovati di fronte alla “fiducia” sul decreto messa dal governo-Monti. E si
sono astenuti. Astenersi significa scegliere di non dare un voto contro il
governo ma, allo stesso tempo, non essere costretti a votare per un
provvedimento che definire inadeguato è un eufemismo. Di positivo, nel decreto legge presentato dal ministro Paola Severino, c’è
la chiusura degli Opg, cioè degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Ma è troppo
poco. Insufficiente. Lo “svuota-carceri” è divenuto legge con 385 voti
favorevoli, 105 contrari e 26 astenuti. La maggioranza, dunque, ha perso altre
posizioni perché alla fine sono stati 29 i deputati del Pdl che hanno disatteso
la dichiarazione di voto del capogruppo in Commissione, Enrico Costa. Tra i
dissidenti ci sono i nomi dei deputati Ciccioli, De Angelis, Saltamartini,
Ascierto, De Corato, Mantovano, Sbai, Speciale, De Camillis, Frassinetti. Il
testo è stato comunque difeso a spada tratta dal Guardasigilli Severino: «Non è
un indulto mascherato e io mi sono sempre assunta le mie responsabilità. Per
questo mi sento responsabile davanti agli italiani, che spero leggano il
provvedimento invece di credere agli allarmismi di qualcuno». A
dare ulteriore forza alle ragioni di chi si è espresso in maniera critica nei
confronti del decreto, c’è stata la Dichiarazione
della Radicale Rita Bernardini alla Camera: «Questo provvedimento
non è un “provvedimento tampone”, così come non è uno “svuota-carceri”. Ma
soprattutto non è un provvedimento che risponde a quello che è necessario per
interrompere la flagrante
violazione dei diritti umani, sia per l’irragionevole durata dei
processi che per le condizioni carcerarie! Ringrazio
l’on. Giancarlo Pittelli, che è stato l’unico che in quest’Aula ha avuto
il coraggio di parlare di amnistia e di indulto, che è l’unica risposta capace di farci
rientrare nella legalità! A chi ha parlato di custodia
cautelare in carcere dico che l’unica proposta di legge che è stata
depositata è la nostra, della Delegazione Radicale! Perché non l’avete
calendarizzata? E’ stata presentata dall’inizio della legislatura!».
P.P.S.