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giovedì 23 febbraio 2012

I perché dell'astensione radicale

Riceviamo da Pier Paolo Segneri, componente della Giunta esecutiva di Radicali italiani

Svuota-carceri: le ragioni di un voto

Astensione! Anche l’astensione è un voto, è una scelta di campo. E allora, quando si sceglie l’astensione, si resta in Aula, si vota. Come votano tutti gli altri. E sono voti che contano, come si contano i voti favorevoli e quelli contrari.  L’astensione non è un’assenza, non è un ritrarsi dalla votazione, non è un banco vuoto, un’Aventino o un’uscita dall’emiciclo. L’astensione è un voto. Corrisponde forse alla scheda bianca che si può depositare nell’urna al momento delle elezioni, cioè quando si decide di non indicare la preferenza né una lista e di lasciare la scheda in bianco, intonsa. Certo, è una scelta difficile, che va motivata, spiegata, chiarita. Insomma, il voto controcorrente dei Radicali sul decreto legge denominato “svuota-carceri” è stato dovuto al fatto che il provvedimento è apparso del tutto insufficiente perché non svuota le celle dei penitenziari e non affronta il problema più ampio della malagiustizia italiana, del collasso giudiziario in corso, delle prescrizioni riservate a chi può permettersi gli avvocati migliori. Insomma, il cosiddetto “svuota-carceri” è un provvedimento che non risolve e non riforma. La misura permetterà a circa tremila detenuti di trascorrere agli arresti domiciliari gli ultimi 18 mesi di pena. L’opinione pubblica è divisa: per alcuni, una tale misura rappresenta una vera e propria resa dello Stato; per altri, è lo Stato stesso ad essere nella totale illegalità giuridica e costituzionale nei confronti dell’intera comunità penitenziaria e dei cittadini inermi di fronte alle carte delle procure e dei tribunali. Comunque, dal provvedimento saranno esclusi i condannati per reati gravi, come per mafia, e il beneficio non scatterà in automatico, ma sarà il magistrato a decidere caso per caso. Non da ultimo, per usufruire del provvedimento, i detenuti dovranno avere una casa in cui tornare, requisito che escluderà molti stranieri. Ecco perché servirebbe l’amnistia. Ma non solo per questo motivo. Alla fine, la scelta responsabile dei Radicali è stata dovuta al fatto di essersi ritrovati di fronte alla “fiducia” sul decreto messa dal governo-Monti. E si sono astenuti. Astenersi significa scegliere di non dare un voto contro il governo ma, allo stesso tempo, non essere costretti a votare per un provvedimento che definire inadeguato è un eufemismo. Di positivo, nel decreto legge presentato dal ministro Paola Severino, c’è la chiusura degli Opg, cioè degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Ma è troppo poco. Insufficiente. Lo “svuota-carceri” è divenuto legge con 385 voti favorevoli, 105 contrari e 26 astenuti. La maggioranza, dunque, ha perso altre posizioni perché alla fine sono stati 29 i deputati del Pdl che hanno disatteso la dichiarazione di voto del capogruppo in Commissione, Enrico Costa. Tra i dissidenti ci sono i nomi dei deputati Ciccioli, De Angelis, Saltamartini, Ascierto, De Corato, Mantovano, Sbai, Speciale, De Camillis, Frassinetti. Il testo è stato comunque difeso a spada tratta dal Guardasigilli Severino: «Non è un indulto mascherato e io mi sono sempre assunta le mie responsabilità. Per questo mi sento responsabile davanti agli italiani, che spero leggano il provvedimento invece di credere agli allarmismi di qualcuno». A dare ulteriore forza alle ragioni di chi si è espresso in maniera critica nei confronti del decreto, c’è stata la Dichiarazione della Radicale Rita Bernardini alla Camera: «Questo provvedimento non è un “provvedimento tampone”, così come non è uno “svuota-carceri”. Ma soprattutto non è un provvedimento che risponde a quello che è necessario per interrompere la flagrante violazione dei diritti umani, sia per l’irragionevole durata dei processi che per le condizioni carcerarie! Ringrazio l’on. Giancarlo Pittelli, che è stato l’unico che in quest’Aula ha avuto il coraggio di parlare di amnistia e di indulto, che è l’unica risposta capace di farci rientrare nella legalità! A chi ha parlato di custodia cautelare in carcere dico che l’unica proposta di legge che è stata depositata è la nostra, della Delegazione Radicale! Perché non l’avete calendarizzata? E’ stata presentata dall’inizio della legislatura!».
P.P.S.