venerdì 1 luglio 2011
Il PD tra sogni possibili e non
Il PD sfoglia ancora la margherita. Con Draghi e il Consiglio dell'Unione Europea oppure a caccia delle fanfaluche anti - establishment che trovano ascolto in ampi settori del socialismo europeo ? La realtà lascia poco spazio ai sogni. Se si rifiuta la strada della virtù di bilancio, e dei risparmi, c'è il rischio nei prossimi anni di un aumento dei tassi e della spesa per interessi pari a 1,1 punto di Pil (stima Banca d'Italia). Il che vuol dire tagli ancora più dolorosi e nuove tasse. Al pareggio del deficit entro il 2014 non c'è alternativa. Allora, fine della politica ? No, compito dei riformisti è promuovere le riforme a costo zero (liberalizzazioni) che spesso ampie fette della costituency democratica rifiuta. I tagli alle spese, i costi del ceto politico certo, ma in primis l'abolizione delle province, provvedimento che incontra i medesimi ostacoli di cui sopra, e la messa sotto sicurezza della spesa regionale in materia di sanità. Il sogno è un'attività fondamentale, altrimenti prevale il vecchio cliché del riformista grigio e noioso versus il Fiom vendoliano figo e affabulatore. Tuttavia, va praticato su cieli diversi da quello del bilancio. Altrimenti si rischia di non sognare più.