giovedì 7 luglio 2011
A volte tornano: referendum elettorali
Il vero errore di Bersani e del PD non riguarda il voto sulle province. Dare sponde alla demagogia alla Di Pietro può servire nell'immediato ma non porta mai buoni frutti. L'evoluzione politica successiva a tangentopoli insegna. Abolire le province senza agire sui gangli dell'amministrazione (dove collocare il personale, a chi distribuire le competenze ?), non serve a nulla. Un errore però c'è, è di lunga data e non pare vicino alla soluzione. Si tratta della legge elettorale. Fin dall'inizio della sua segreteria Bersani ha mostrato una certa riluttanza a confrontarsi su questo tema e a pronunciare parole chiare. Sapendo probabilmente che la materia scotta e che nel PD vi sono posizioni molto diverse. Tra l'uninominale, a turno unico o doppio, e il modello tedesco non c'è possibilità di conciliazione. Il problema è che da giugno i referendum sono tornati ad essere praticabili, sono così sorte due iniziative entrambe facenti riferimento al PD. Quella di Passigli per l'abolizione del premio di maggioranza e le liste bloccate, quella di Castagnetti sul ripristino del mattarellum. Il punto è che il PD la sua proposta ce l'ha, ma si guarda bene dallo sbandierarla. E' stata approvata all'ultimo congresso e prevede l'adozione del doppio turno di collegio. Delle due l'una: o ciò che si decide al congresso non conta o si prende posizione sul merito una volte per tutte e quindi entrambi i referendum vengono sconfessati. Sappiamo che Bersani è più a suo agio sui temi dell'economia e del lavoro, ma un partito che sulle regole non ha una posizione chiara è veramente un partito ?