Se vi è stato un intellettuale estraneo alla dissimulazione (anche onesta), questi è Bruno Zevi: «Un libro, una rivista, un organismo culturale, una rubrica su un settimanale, una stazione radiotelevisiva indipendente [...] la devi creare tu, non puoi trovarla già confezionata, altrimenti non ti incarna; e dovrà essere sempre personalizzata, cioè discorde, tinta di eresia, contestataria, affinché si configuri, e ti configuri, in antitesi al vecchio, al ristagno, al corrotto, al logoro, al devitalizzato» (Zevi, 1993). E’ l’autoritratto di un intellettuale libertario, protagonista di una lunga avventura guidata da una costante azione di sabotaggio del potere; e di un eretico, restio all'omologazione, all'adesione a schieramenti, a fedeltà a priori (Saggio, 2000).
Paolo Allegrezza
[Mondoperaio marzo 2012, pag. 24]