mercoledì 14 marzo 2012
Requiem no Tav
La recente presa dichiarazione a favore della Tav di Sussanna Camusso è stata rapidamente bypassata dai giornali. Si tratta, a nostro parere, del requiem sul movimento no Tav. Avendo scelto la strada della contrapposizione ideologica che ha trasformato la contrarietà alla realizzazione di un'infrastruttura in una lotta senza quartiere contro il capitalismo finanziario e burocratico di stanza a Bruxelles, la sorte del movimento era segnata da tempo. La progressiva prevalenza delle componenti antagoniste ha poi fatto il resto, riducendo i consensi, inizialmente ampi fra gli stessi valligiani. Il punto che ci interessa non riguarda la legittimità o meno dell'opera che, per noi, è da fare, quanto la periodica emersione dello scoglio contro il quale in Italia vanno a sbattere i movimenti, dagli anni '70 in poi: la violenza. Finché non si aprirà una riflessione sul suo carattere autodistruttivo, la stagione dei movimenti vedrà delle improvvise fioriture cui seguiranno violente gelate. E' forse matura una riflessione sulla non violenza, sulla disobbedienza civile, sulla non collaborazione. Ci aveva provato anni fa Bertinotti, ma poi non si sono fatti passi avanti. In attesa del prossimo movimento, è ora di riprendere quel filo.