mercoledì 14 marzo 2012
Il "Diario" di viaggio dei Red onions
Da qualche giorno, sul sedile della mia auto, mi tengo accanto e a portata di mano il “Diario di un uomo qualunque”. Lo so che non si può leggere mentre si guida… infatti, non si tratta di un libro o di un quaderno segreto perché questo Diario non va letto, ma ascoltato. Mi riferisco, in altre parole, al compact disc dei Red Onions: “Diario di un uomo qualunque”. Si tratta di un LP musicalmente legato all’influenza del blues e del rock anni ’70, in tutte le sue varie articolazioni, stretto dalle sonorità di quegli anni mescolate tra loro insieme ad un tocco di modernità che ne libera il suono e lo spirito stesso della band. I Red Onions sono una formazione rock-progessive nata a Perugia nel 2004 dall’incontro umano e artistico dei due chitarristi Leone Pompilio e Davide Grillo. Chi cercasse una originalità musicale dentro il sound dei Red Onions, forse la troverebbe nella particolare miscela dei vari suoni di diversa influenza uniti alla voce del cantante, vera sorpresa di questa giovane rock-band. Protagonista dell’album è il signor Beta, anonimo uomo qualunque, preso come emblema di una collettività schiacciata dalle pulsioni, dagli istinti, dai tormenti dei singoli e della comunità. E’ la storia di un uomo qualunque che non riesce a farsi strada all’interno di una società asservita alle logiche consumistiche indotte alle masse e ridotte all’insoddisfazione personale per i tanti obiettivi, spesso ambiziosi, e mai raggiunti. Ma tutta questa frustrazione narrata nei testi manca di un più forte elemento di speranza e di riscatto e, quindi, finisce con l’incidere negativamente sulla capacità dei testi di farsi scrittura viva e non, come invece appaiono, espressione di suggestioni inanimate. Di conseguenza, le vicende di Beta risultano più raccontate per “sentito dire” che per essere davvero espressione di un sentire profondo, di un sentire dentro le viscere il mondo che ci circonda. Insomma, i testi cantati con grande forza dalla voce solista dei Red Onions sembrano fermi ad una realtà sociale e antropologica, civile e mass-mediatica, di dieci anni fa mentre, oggi, i cambiamenti in corso imporrebbero una percezione della realtà diversa, più vissuta guardando al futuro che rivolta al passato, anche se recente. Per fare un salto di qualità, questa promettente band multietnica avrebbe bisogno di testi più consapevoli dei mutamenti sociali in corso e di una storia più piena di speranza e sogno che di fallimento, più vicina alla luce che alle tenebre. Ma l’idea di mettere in musica la vita di Beta è ottima perché coglie uno spiraglio attraverso cui passa lo stile narrativo che potrebbe appassionare per la sua originalità, visto che l’ascolto delle chitarre e il tocco caratterizzante del basso elettrico accompagnano in maniera intensa il personaggio lungo il suo percorso esistenziale, quasi come un Virgilio con il suo Dante. Il disco è ben suonato. Del resto, l’esperienza comincia a formarsi in quanto i Red Onions hanno all’attivo già numerose partecipazioni a eventi e concorsi, oltre che ad una compilation di produzione statunitense con il brano “Libero Fuori”. L’ultimo singolo “Canto Metropolitano” è stato accompagnato da un video apparso su numerosi siti e canali televisivi.
Pier Paolo Segneri