Riceviamo da Pier Paolo Segneri
Tenere viva l'attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulla parità di genere come priorità strategica per l'Italia, stimolare la riflessione sull'adozione di strumenti innovativi e flessibili nei servizi di conciliazione, ribadire l’urgenza dell'occupazione femminile. E’ quanto l’associazione “Pari o Dispare” si propone con questa seconda edizione di“Questione femminile, questione Italia”, convegno al quale parteciperanno, tra gli altri, la vice Presidente del Senato,Emma Bonino, il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, il vice Direttore Generale della Banca d'Italia, Annamaria Tarantola e le senatrici Rita Ghedini, Maria Ida Germontani, Anna Bonfrisco. Il dibattito si terrà a Roma, giovedì 26 gennaio, dalle ore 15:30 alle 19:00 presso il Senato della Repubblica, nella prestigiosa Sala Zuccari, in via della Dogana Vecchia n° 29. E’ un’occasione da non mancare, anche perché, nell’attuale situazione di crisi il tema della partecipazione delle donne al mercato del lavoro non è più rimandabile. Per il risanamento del Paese, infatti, è oggi necessario riconoscere finalmente il contributo del lavoro femminile, valorizzando tutti i talenti. Invece, nonostante l’eccezionale contributo dato negli ultimi 30 anni al mondo del lavoro, le donne continuano ad essere discriminate a tutti i livelli, tanto che importanti studi parlano in questo campo di “fallimento del mercato”. Il problema nasce in sostanza da una mancata presa d'atto dell’ “esistenza” delle donne nel mondo del lavoro, in termini sociali, professionali e culturali.
Con un ministro del Lavoro donna, con due leader donna in Confindustria e nel maggiore sindacato italiano e con all’ordine del giorno la riforma del lavoro, si presenta un’occasione straordinaria per includere una reale prospettiva di “genere” nel nuovo ordinamento, modificando la situazione che vede l’Italia nelle ultime posizioni europee in termini di equiparazione.
Il tema del convegno verrà esaminato nei suoi aspetti principali: domanda di lavoro insufficiente, persistente distonia tra la domanda e l’offerta di competenze, insufficienza di servizi sul territorio, contesto culturale che non valorizza l’affermazione professionale femminile e non promuove la condivisione delle responsabilità di cura nella famiglia.