sabato 14 gennaio 2012
Danilo Dolci: dell'utopia concreta
Un articolo di Paolo Allegrezza, mondoperaio n. 12/2011.
Nelle sue conversazioni domenicali a Radio Radicale
Marco Pannella richiama spesso una galleria di personaggi
– Pannunzio, Salvemini e Rossi i più citati – costituenti
un suo ideale pantheon liberale e libertario. Un’operazione
sulle radici storiche e l’identità assai diversa dal bizzarro sincretismo
proposto da Veltroni in un ormai lontano congresso
dei DS (Robert Kennedy, Lennon, Don Milani, Berlinguer).
Identità, memoria, radici storiche, parole ineludibili per
chi oggi (è il caso del Partito democratico) ambisce a proporsi
quale soggetto politico in grado di ricomporre la diaspora dei
riformisti. Non bastano generici richiami alla amalgama di
culture politiche del secolo scorso, con l’aggravante della loro
limitazione al cattolicesimo democratico e al comunismo
italiano a dar vita ad un mito fondativo che non può risolversi
nelle sole primarie: si sente il bisogno di un’identità definita
non per astrazioni, ma costruita su persone e fatti.
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