Riportiamo di seguito il testo di una lettera di Danilo Dolci ad Aldo Capitini del marzo 1954. Dolci e Capitini hanno un posto d'onore fra i "sepolti vivi" del nostro '900. Entrambi portatori di esperienze che avrebbero molto da dire - l'ascolto, l'ottica dal basso, la non violenza, la pratica del digiuno - a chi vuole provare a cambiare le cose (il Pd, i riformisti ?), ma spesso difetta della narrazione.
Trappeto,
Caro Aldo sarebbe cosa bellissima che ai primi di settembre tu potessi tenere qui un seminario su Gandhi. Non solo ci saranno molti nostri amici ma alcune centinaia di pescatori e vaccari, braccianti. Si potrebbero far stampare pagine di Gandhi, ecc. Oppure potresti parlare di San Francesco e di Gandhi. Inutile dirti che preziosissimo "pubblico" c'è (...) Io da domenica prossima andrò a pescare per due mesi: fin che non potrà esserci altra fonte immediata di vita, per questi pescatori, per quanto mi ripugni voglio essere......loro complice.
Tuo in Dio
Danilo