Un luogo aspro e tenace, scavato nella pietra, disegnato dal vento e dalla luce: un antico monastero in Siria, a 80 chilometri a nord di Damasco, il Monastero di san Mosè l’abissino, risalente al VI secolo, ha ripreso vita da poco meno di una trentina d’anni, grazie a Paolo Dall’Oglio, che vi ha fondato una comunità monastica. Con quali prospettive? Con quali speranze? Superando quali difficoltà? Paolo Dall’Oglio racconta la sua storia di gesuita, diventato poi monaco, proprio perché convinto che è nell’incontro con l’altro che il cristiano mette alla prova se stesso, e profondamente persuaso che il mondo musulmano ha un compito da portare avanti per tutta l’umanità: quello di mostrare la fratellanza di tutti gli esseri umani. A dispetto dei fondamentalismi, a dispetto delle chiusure, a dispetto delle reciproche diffidenze e ostilità. E questo, anche nella Siria che vive lo spettro della guerra civile.
A corredo del post sul sacerdozio femminile, la vicenda di una comunità religiosa ispirata alla condivisione raccontata dal suo fondatore in una recente puntata di "Uomini e profeti" (Radio 3).
ascolta la puntata di Uomini e profeti.