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domenica 16 settembre 2012

Roma e l'euromediterraneo

Alberto Negri, su il Sole 24 ore di domenica 16 settembre, cita alcuni dati noti ma poco citati riguardanti l'area euro mediterraneo. Il Pil dei paesi che affacciano sul mediterraneo, esclusi quelli europei, equivale a 1444 miliardi di dollari, il 2,5% di quello mondiale. Dal 2005 è aumentato del 23%, il doppio della media mondiale. I 285 milioni che vi abitano possiedono una ricchezza superiore all'India (1,1 miliardi di abitanti) e alla Russia (140 milioni). Un ragionamento che un recente Documento prodotto dal Partito Radicale non violento, transnazionale, transpartito ha sviluppato al World Urban Forum svoltosi dal 1° al 7 settembre a Napoli. 
Dati che andrebbero ricordati  quando si ragiona del futuro delle nostre città affacciate sul mediterraneo: Roma fra tutte. Le sue possibilità di crescita e di creazione di ricchezza sono legate proprio a quanto avviene sull'altra sponda del mediterraneo. A patto che riesca ad essere polo di attrazione per i capitali e le giovani élites euromediterranee, dal Libano al Marocco. Essere città accogliente, il che vuol dire lavorare sul fronte dei servizi, della sostenibilità, dell'offerta culturale, delle opportunità abitative per gli studenti. Pensare, piuttosto che a nuove, disastrose espansioni edilizie come quella prospettata nel quadrante nord ovest (Fiumicino) a programmi di recupero dentro la città. E volare alto, magari attingendo al passato migliore di questa città: dal progetto di Cederna ai Fori, ad un'idea di produzione culturale dal basso sulle orme di Nicolini, ad interventi sulle periferie sull'esempio di Petroselli. Forse allora Roma diventerà città appetibile non solo per i tradizionali tre giorni venduti dai tour operator. E intercettare lo sviluppo dell'euromediterraneo.