La
storia della Repubblica italiana, dal 1947 fino ad oggi, si può
dividere in diverse fasi, come se si trattasse dei vari atti di uno
stesso dramma teatrale. Ciascun atto ha la durata di quindici anni.
Perché quello è il tempo del bioritmo, ciclico e politico, della storia
dei nostri ultimi sessantacinque anni. Dalla primavera del 1947,
infatti, l’Italia ha conosciuto un percorso storico-politico assai
travagliato e incapace di porre fine all’emergenza di una “transizione
infinita” che, dalle macerie del regime fascista, non è riuscita a
condurci ad una democrazia liberale. Si è come rimasti chiusi in un
limbo, dove il sistema partitocratico, corporativo, monopolistico,
burocratico e ideologico ha impedito il superamento dì quei tratti non
democratici e illiberali ereditati dal regime precedente. La
prima fase della nostra storia repubblicana va dal 1947 al 1962, cui
segue la fase di “crisi” del 1963 e, poi, si ha una risoluzione nel
1964. La seconda fase va dal 1964 al 1977, con la fine del quindicennio
precedente rappresentata dal 1978 e con la risoluzione simbolicamente
identificata nel 1979. Il terzo tempo va dal 1979 al 1992. Il quarto
atto della Storia della nostra Repubblica va dal 1994 al 2008. Il 2009,
perciò, rappresenta l’inizio dell’ennesima fase di transizione che apre un’ulteriore capitolo. In altre parole, il conflitto tra democrazia e non-democrazia ha radici lontane, ma dura tuttora. Da
qualche anno a questa parte, forse proprio a segnare l’ultimo di questi
confini temporali, per via della enorme diffusione di pesticidi in
agricoltura, si sta verificando un fenomeno preoccupante: la scomparsa
delle api. A
tal proposito, il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in
Agricoltura, lo scorso aprile, ha presentato a Roma, in una conferenza
stampa, i risultati di un importante progetto di ricerca sui meccanismi
che causano la mortalità delle colonie di api sul territorio nazionale.
Lo studio è stato condotto con una innovativa metodologia di
monitoraggio “sul campo”. La mortalità degli alveari italiani è
un “qualcosa” che fa tornare alla mente l’articolo di Pier Paolo
Pasolini intitolato “Il vuoto del potere in Italia” e meglio conosciuto
come “L’articolo delle lucciole”, pubblicato il 1° febbraio 1975 sul
Corriere della Sera. La mortalità degli alveari nel nostro Paese
rappresenta una grave minaccia ecologica ed economica: si stima che,
tramite l’impollinazione, le api sostengano la vita dell’84% delle
piante e del 75% di quelle di interesse alimentare. Per questo è
particolarmente importante capire quali sono le cause e gli effetti di
questo fenomeno. Si è visto, infatti, che le interazioni
genotipo-ambiente, i cambiamenti climatici ed altri diversi fenomeni
possono influire sul livello di resistenza degli insetti. I dati dimostrano – ha spiegato il direttore del CRA-API di Bologna Marco Lodesani – “che
diversi agenti di stress, interferendo con il sistema immunitario
dell’ape, possono, indirettamente, facilitare esplosioni virali che
rischiano, rapidamente, di condurre a morte le colonie. Un tale modello -
ha aggiunto Lodesani - può consentire l’interpretazione di una serie di
fenomeni collegati con la salute delle api e, dunque, indirettamente,
con le produzione delle api stesse e più in generale con le produzioni
agrarie”.
Pier Paolo Segneri
membro della Giunta esecutiva
di Radicali Italiani