E' uscito nel numero di aprile di Mondoperaio un articolo, di cui anticipiamo uno stralcio, di Paolo Allegrezza su Leo Valiani, costituente e riformista senza partito nel corso della prima repubblica.
Antifascismo, militanza comunista, adesione a Giustizia e
Libertà (giugno ’40), Resistenza, Costituente, questione
giuliana: il lungo e scomodo viaggio nell’Italia repubblicana.
Politico, storico, giornalista, la biografia di Valiani descrive un
percorso complesso, non semplificabile in “fasi” rigide (Ricciardi,
2007, pp. 214-221). Ricostruendo il suo ruolo nel dibattito
precedente alle elezioni del 18 aprile ’48, è possibile riconsiderare
alcuni passaggi cruciali delle vicende riguardanti
la sinistra non comunista. E dei motivi per cui non solo la rivoluzione
democratica prefigurata dagli azionisti rimase un sogno,
ma la democrazia italiana fu sempre più condizionata dal
suo “blocco”, fino alla lunga crisi iniziata negli anni ’70. Quanto
su questo esito abbia pesato la scomposizione del patrimonio
di competenze e ideali riconducibile all’azionismo, è possibile
verificarlo ripercorrendo gli interventi sulla politica
economica svolti da Valiani alla Costituente. Vi è poi l’analista
della crisi repubblicana degli anni ’70 che dalle colonne del
Corriere della sera denuncia il pericolo di un nuovo collasso
della democrazia.