Ho letto qui, in
queste pagine del web, un articolo che mi ha spinto a scrivere alcune
ulteriori riflessioni. E a tornare sull’argomento. Dopo Pier Paolo
Pasolini, infatti, pronto a barattare l’intera Montedison per una sola
lucciola, ecco il linguaggio evocativo espresso da Segneri nell’articolo
intitolato “La scomparsa delle api”, in cui l’autore, con il ritorno
delle api, vorrebbe salutare il ritorno dello “stato di diritto”.
La
funzione delle api nel ciclo biologico-naturalistico, pressoché
fondamentale per l’impollinazione dei fiori, e dunque per la vita delle
piante, ci conduce al concetto che anche la vita degli umani richiede
impollinazioni. Cioè, scambio e travaso dinamico di saperi, di
relazioni, di stili di vita, di sogni e di regole.
Nel
suo millenario evolversi, la civiltà ha potuto svilupparsi grazie al
contatto ed agli scambi con nuovi mondi e dunque alle contaminazioni ed
alle ibridazioni.
I
detrattori di questo concetto hanno sempre opposto l’idea, spesso in
malafede, che contaminazione voglia significare allontanamento
insopportabile dallo stato di purezza. Uno stato di confusione, dunque,
dietro il quale può essere comodo nascondersi per sottrarsi alle
proprie responsabilità: massificarsi con gli altri per non emergere con
la propria individualità.
In
realtà, il fatto che le specie animali e vegetali, se sottoposte ad
incroci o ad innesti, diventino più resistenti alle ingiurie del tempo,
dimostra in che direzione vada l’evoluzione.
L’altro,
dunque, rappresenta una risorsa insostituibile, quanto più all’altro ci
si dispone ad avvicinarsi. Ed avvicinarsi all’altro vuole dire non
tanto includere l’altro nel proprio progetto di vita o venire inclusi
dal progetto dell’altro, ma piuttosto contribuire tutti insieme alla
costruzione di un globale e grande progetto di vita rivolto
all’Universo. Ad un Universo che è unico, nel senso che contiene un
unico progetto evolutivo. A questo progetto, ogni individuo deve
necessariamente apportare le infinite declinazioni delle proprie
personali diversità. Come avviene in un organismo biologico, che è tanto
più ricco quanto più ogni sua singola parte componente si è andata a
specializzare in funzioni le une diverse dalle altre e complementari le
une con le altre.
In
questo modo, può esaltarsi la vera ricchezza delle persone, che sono le
diversità. L’armonizzazione dialettica delle diversità, rivolta a fare
mondo, rappresenta il vero e proprio statuto esistenziale dell’essere
umano.
Tali
concettualizzazioni valgono a Pier Paolo Segneri la costruzione di un
suo personale pensiero, che diventa progetto politico articolato quando
immediatamente si prefigge la creazione di uno spazio di discussione e
di incontro, un campo dove ognuno sia messo in condizione di portarvi il
suo contributo irrinunciabile. L’individuo, così, si dispone al dialogo
con l’altro, in forte reciprocità con gli altri.
Sono queste le basi, ed al tempo stesso i contenuti del suo progetto di costituente liberale e democratica.
Dove la libertà esiste perché esiste la possibilità della discussione, della critica, la possibilità
di tentare e di sbagliare, senza ritenere di possedere verità in tasca o
ricette prestabilite, ma, come osservava Luigi Einaudi, andando alla
ricerca delle verità, al plurale, rinnovando ogni giorno le proprie
domande ai quesiti ancora irrisolti. “E anche a quelli di cui già si sa o
si ha la risposta. Valutando se tale risposta è ancora valida: se ha
retto al passaggio del tempo, al mutare dei costumi e delle situazioni”.
F.R.