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giovedì 24 maggio 2012

La bellezza delle api (e la politica)

Pubblichiamo un intervento di Fausto Russo che rimanda ad un precedente articolo, sempre su questo blog, di Pier Paolo Segneri sulla "scomparsa delle api".

Ho letto qui, in queste pagine del web, un articolo che mi ha spinto a scrivere alcune ulteriori riflessioni. E a tornare sull’argomento. Dopo Pier Paolo Pasolini, infatti, pronto a barattare l’intera Montedison per una sola lucciola, ecco il linguaggio evocativo espresso da Segneri nell’articolo intitolato “La scomparsa delle api”, in cui l’autore, con il ritorno delle api, vorrebbe salutare il ritorno dello “stato di diritto”.
La funzione delle api nel ciclo biologico-naturalistico, pressoché fondamentale per l’impollinazione dei fiori, e dunque per la vita delle piante, ci conduce al concetto che anche  la vita degli umani richiede impollinazioni. Cioè, scambio e travaso dinamico di saperi, di relazioni, di stili di vita, di sogni  e di regole.
Nel suo millenario evolversi, la civiltà ha potuto svilupparsi grazie al contatto ed  agli scambi con nuovi mondi e dunque alle contaminazioni ed alle ibridazioni.
I detrattori di questo concetto hanno sempre opposto l’idea, spesso in malafede, che contaminazione voglia significare allontanamento insopportabile dallo stato di purezza. Uno stato di confusione, dunque, dietro il quale può essere comodo nascondersi per sottrarsi alle proprie  responsabilità: massificarsi con gli altri per non emergere con la propria individualità.
In realtà, il fatto che le specie animali e vegetali, se sottoposte  ad incroci o ad innesti, diventino più resistenti alle ingiurie del tempo, dimostra in che direzione vada l’evoluzione.
L’altro, dunque, rappresenta una risorsa insostituibile, quanto più all’altro ci si dispone ad avvicinarsi. Ed avvicinarsi all’altro vuole dire non tanto includere l’altro nel proprio progetto di vita o venire inclusi dal progetto dell’altro, ma piuttosto contribuire tutti insieme alla costruzione di un globale e grande progetto di vita rivolto all’Universo. Ad un Universo che è unico, nel senso che contiene un unico progetto evolutivo. A questo progetto, ogni individuo deve necessariamente  apportare le infinite declinazioni delle proprie personali diversità. Come avviene in un organismo biologico, che è tanto più ricco quanto più ogni sua singola parte componente si è andata a specializzare in funzioni le une diverse dalle altre e complementari le une con le altre.
In questo modo, può esaltarsi la vera ricchezza delle persone, che sono le diversità. L’armonizzazione dialettica delle diversità, rivolta a fare mondo, rappresenta il vero e proprio statuto esistenziale dell’essere umano.
Tali concettualizzazioni valgono a Pier Paolo Segneri la costruzione di un suo personale pensiero, che diventa progetto politico articolato quando immediatamente si prefigge la creazione di uno spazio  di discussione e di incontro, un campo dove ognuno sia messo in condizione di portarvi il suo contributo irrinunciabile. L’individuo, così, si dispone al dialogo con l’altro, in forte reciprocità con gli altri.
Sono queste le basi, ed al tempo stesso i contenuti del suo progetto di costituente liberale e democratica.
Dove la libertà esiste perché esiste la possibilità della discussione, della critica, la possibilità di tentare e di sbagliare, senza ritenere di possedere verità in tasca o ricette prestabilite, ma, come osservava Luigi Einaudi, andando alla ricerca delle verità, al plurale, rinnovando ogni giorno le proprie domande ai quesiti ancora irrisolti. “E anche a quelli di cui già si sa o si ha la risposta. Valutando se tale risposta è ancora valida: se ha retto al passaggio del tempo, al mutare dei costumi e delle situazioni”.    

F.R.