Avevamo sperato che il nuovo corso de l'Unità potesse affrancare il giornale fondato da Antonio Gramsci dal logoro conservatorismo dell'era Concita. Che nulla aveva fruttato in termini di copie vendute, considerando che certi temi li tratta molto meglio Il Fatto. Purtroppo non è così. Il paginone anti privatizzazioni di oggi, ispirato al solito scenario fosco pieno di capitalisti rapaci pronti a mettere le mani sui servizi pubblici locali, ne è la prova. L'importante è salvarele municipalizzate mantenendole in mano pubblica. Peccato che il referendum di giugno sull'acqua si è limitato ad abrogare solo l'obbligo della gara, mentre nulla ha deciso nè poteva decidere sulla possibilità di inserire meccanismi di concorrrenza nella gestione dei pubblici servizi locali. Insomma, meglio tenere alta la bandierina ideologica del pubblico a tutti i costi che fare un ragionamento serio sull'efficienza dei servizi e sui costi indiretti sui cittadini.