Nel rapporto Istat "Noi Italia" alla voce istruzione c'è un dato che fa riflettere.
Il livello d'istruzione dei giovani in età compresa tra i 19 e i 34 anni è del 19%. Il Regno unito è al 41,1%, la Francia al 43,3%, la Germania al 29,4%. L'obiettivo fissato dalla Commissione europea per i prossimi dieci anni è del 40%.
Il tasso di abbandono nel biennio delle superiori calcolato sulla media nazionale è del 12, 1% al termine del primo anno e del 3,5% al termine del secondo. Spiccano (come potrebbe essere altrimenti ?) Campania (15,5%), Sicilia (14,7%), Sardegna (16,7%).
Si spiega così il dato monstre riguardante i Neet (Not in Education, Employment or Training), giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano: l'Italia batte tutti in Europa con il 19,2%, pari a più di due milioni di persone.
I riformisti, il PD, dovrebbero semplicemente indicare come cambiare tutto ciò.
Ma per vincere non basta. Occorre indicare una prospettiva, costruirvi un'identità affascinante e riconoscibile. In una parola servono i partiti (e la politica).
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