Ciò che è accaduto a Napoli in occasione delle primarie del PD non può essere liquidato come un incidente di percorso. Questa sembra essere l'intenzione di Bersani che ha messo insieme nelle ultime ore due disastrose mosse: la ricerca della candidatura di un magistrato e la rimozione del segretario provinciale Tramante con conseguente invio del responsabile nazionale giustizia. Gli unici a mantenere un comportamento coerente in questa vicenda ci sembrano Tramante e Umberto Ranieri. Entrambi hanno prima denunciato le irregolarità, quindi si sono affidati all'intervento della commissione di garanzia. Da Roma si è dapprima sottovalutato la situazione, quindi si è cercato di mettere la polvere sotto il tappeto. Su una vicenda come questa crediamo si giochi la credibilità del PD. Un partito che non si dimostri in grado di rispettare le regole che esso stesso si è dato, non si capisce con quale credibilità possa poi andare a chiedere i voti agli elettori napoletani. L'unica soluzione credibile sarebbe la ripetizione delle primarie riservata ai due candidati che hanno ottenuto i maggiori consensi. Con una mobilitazione attiva del partito (o di quel che ne resta) che garantisca il regolare svolgimento del voto. Lo stesso Bersani potrebbe recarsi a Napoli e affermare così, con la sua presenza, la fiducia che il PD ha nelle primarie. Soluzioni pasticciate come il ricorso al solito deus ex machina in toga rappresenterebbero un commissariamento di fatto del PD. A quel punto a Ranieri, a nostro avviso, non resterebbe che dare vita ad una lista riformista in grado di proporre un progetto serio per la città. Meglio perdenti che rassegnati, parafrasando i fratelli Taviani.