"L'ideogramma cinese usato per il Tao combina i concetti di saggezza e di cammino, restituendo l'immagine di un processo che mette in pratica la saggezza: in altre parole, una sorta di prassi. Nel Tao della liberazione, cerchiamo appunto questa "saggezza in cammino", intrinseca alla struura stessa del cosmo". Così inizia il libro che Leonardo Boff, teologo della liberazione ed ex francescano e Mark Hathaway hanno dedicato alla definizione della proposta di un radicale cambiamento della coscienza umana: una nuova liberazione, individuale e collettiva. E' raro trovare nella saggistica in circolazione, anche nei casi migliori affascinata da derive complottiste e/o catastrofiste ( vedi Chomsky) un obiettivo tanto ambizioso. La salvezza può arrivare, qui sta la novità nella odierna posizione di Boff, da un incontro tra tradizione spirituale orientale e cristianesimo, psicologia, fisica, femminismo, pensiero ecologico. Solo incrociando questi saperi si può sciogliere il garbuglio da cui siamo avvolti. Solo assumendo questa scala multiverso se ne può, forse, venire a capo. Libro semplicemente splendido che vale un investimento di lettura tanto impegnativo (L. Boff, M. Hathaway, Il Tao della liberazione, Fazi 2014, pp. 686, e. 22).
martedì 18 marzo 2014
mercoledì 5 marzo 2014
Riflessione e cambiamento
Così, semplicemente, dopo decenni di elucubrazioni e sofferte prospettive, in un giorno il PD aderisce al partito socialista europeo.
Potrebbe sembrare singolare che sia avvenuto proprio ora l'abbraccio con la famiglia del PSE. Singolare, perché l'attuale segretario si direbbe, rispetto ai vari leader della sinistra, il meno vicino alla tradizione socialista.
Dalla sua parte, tuttavia, Renzi ha quello che apparirebbe come un difetto (una tendenza a non dilungarsi in eccessive riflessioni e rielaborazioni filosofiche ed estenuanti mediazioni politiche) ma in realtà diventa un elemento di novità nel panorama della sinistra e un formidabile punto di forza: la capacità di trasformare fumose idee realizzabili in concreti cambiamenti effettivi.
La qualità di Renzi e del PD però si misurerà sulla capacità di far seguire ai nuovi segni i necessari buoni risultati, confortanti per il paese e in grado di migliorare la vita delle persone; con l'impegno a non far rimanere i gesti di cambiamento solo delle icone mediatiche con la consistenza delle bolle di sapone.
La sfida è aperta ma possibile.
Potrebbe sembrare singolare che sia avvenuto proprio ora l'abbraccio con la famiglia del PSE. Singolare, perché l'attuale segretario si direbbe, rispetto ai vari leader della sinistra, il meno vicino alla tradizione socialista.
Dalla sua parte, tuttavia, Renzi ha quello che apparirebbe come un difetto (una tendenza a non dilungarsi in eccessive riflessioni e rielaborazioni filosofiche ed estenuanti mediazioni politiche) ma in realtà diventa un elemento di novità nel panorama della sinistra e un formidabile punto di forza: la capacità di trasformare fumose idee realizzabili in concreti cambiamenti effettivi.
La qualità di Renzi e del PD però si misurerà sulla capacità di far seguire ai nuovi segni i necessari buoni risultati, confortanti per il paese e in grado di migliorare la vita delle persone; con l'impegno a non far rimanere i gesti di cambiamento solo delle icone mediatiche con la consistenza delle bolle di sapone.
La sfida è aperta ma possibile.
martedì 18 febbraio 2014
Di Raimo/Roche. Architetture del bios
Ritornando su un tema: la pervasività del pensiero post operaista nel dibattito filosofico. Non c'è niente da fare. I contributi più interessanti alla lettura della contemporaneità vengono da una tradizione che dagli anni '60 ha saputo sempre mantenere un livello alto di ricerca e, soprattutto, contaminarsi. E' il caso della riflessione di Paolo Virno sul linguaggio, desunta da una lettura onnicomprensiva dell'opera di De Saussure, di quella di Carlo Formenti sul lavoro cognitivo, di Hardt - Negri, Bifo e altri. Il perché di questa vitalità sta nella capacità di coniugare la lettura di Foucault, Deleuze, Lacan (e il punto d'inizio di tutto, Nietzsche) con l'analisi rigorosa di ciò che sta divenendo, sotto i nostri occhi, il capitalismo finanziario. Letture, analisi che certo non riescono a divenire progetto politico, anzi quando si misurano con la dimensione del fare mostrano la corda (vedi l'ormai stanco richiamo ad Occupy), la vaghezza del concetto di moltitudine (Hardt - Negri), un fantomatico neo leninismo (Formenti nell'ultimo
ALFABETA2).
Ma tutto ciò importa poco, sappiamo che la politica si muove su altre piste. Alla filosofia il compito, deleuzianamente, di elaborare modelli. Modelli che negli anni si rinnovano e confermano la loro forza interpretativa. Come nel pensiero di filosofe come Rosi Braidotti e Donna Haraway, protagoniste degli studi di genere e dell''elaborazione su soggettività nomade e post umano. Come nella estensività di questi modelli ad altri campi: la teoria e la pratica dell'architettura. Affronta questi temi il bel libro scritto da Antonino Di Raimo, Francois Roche. Eresie macchiniche e architetture viventi di New - Territories.com, Edilstampa, pp. 94, con prefazione di Antonino Saggio,
Epub.
Un altro frutto del lavoro di ricerca e progettazione attivato ormai da anni dal gruppo NITRO.
La ricostruzione del lavoro di Roche descrive una nuova, possibile pratica in cui il progetto produce una macchina - architettura espressa dal corpo sociale. Ed ecco che l'automazione dà vita ad un edificio che, grazie all'informazione, è radicato nel bios, ne riproduce gli impulsi (magia di un algoritmo). Addirittura ne segue le mutazioni e i millepiani nei quali il rizoma si dirama. Lontano dalle arborescenze, dalle gerarchie. Un'architettura della libertà per costruire il nuovo secolo deleuziano, come lo immaginò Michel Foucault.
venerdì 7 febbraio 2014
I pasticci di Obama
Forse è presto per fare un bilancio della presidenza Obama, tuttavia su un punto si può concordare. La promessa di ridurre le differenze sociali ridando fiato alla stremata classe media americana, è fallita. La colpa in larga parte non è del presidente ma del sistema. Il presidenzialismo americano è dualistico, funziona se esecutivo e congresso, spesso appartenenti a maggioranze diverse, collaborano. Cosa che non avviene più da quando (anni '80) uno degli attori, il partito repubblicano, è dominato dagli estremisti alla Paul Ryan o Rand Paul. Il risultato è la paralisi oppure la necessità di pesanti concessioni del presidente alle opposizioni tali da vanificare il suo programma. E' quanto accaduto ad Obama nel 2012 allorché ha prorogato i tagli fiscali per i ricchi decisi da Bush avvalorando nei fatti il falso assunto reaganiano che meno tasse per i più abbienti significano più benefici per tutti. Niente di più falso. Oggi l'1% degli americani ricchi si porta a casa una fetta di reddito nazionale pari a quella del 1928. Erano loro i destinatari degli 858 miliardi di dollari tagliati alle tasse frutto dell'accordo 2012. Soldi che in larga parte hanno preso la strada dell'estero senza nessun vantaggio per l'economia statunitense. Se l'America è uscita dalla crisi lo si deve alla montagna di soldi messi dalla Fed nel sistema, non certo ai tagli delle tasse. Come per il primo Reagan e il primo Clinton che aumentarono le tasse (nell'82 e nel '93) per poi raccogliere i benefici di una lunga fase di crescita.
Anche sulla riforma sanitaria molte nubi: una ricerca indipendente condotta da una commissione del Congresso (Cbo, Congressional budget office guidata da Paul Ryan, ma i cui componenti sono anche democratici) dimostra che il meccanismo che impone l'obbligo per i datori di lavoro di acquistare una polizza sanitaria per i loro dipendenti rischia di diventare un feroce killer per il full time. Poiché l'obbligo scatta solo dopo un certo numero di ore lavorate, gli imprenditori saranno incentivati a trasformare i vecchi contratti in part time e ad utilizzare in prevalenza quest'ultima tipologia. In un decennio si perderanno due milioni di posti di lavoro e 500.000 full time saranno trasformati in tempo parziale. In questo caso, naturalmente, il presidenzialismo malato non c'entra nulla.
lunedì 27 gennaio 2014
"Il Cantiere" sulla riforma elettorale. Un seminario
Decidere! E’ l’infinito imperativo che domina la cronaca politica di questi ultimi mesi. Ma per decidere è necessario conoscere. La conoscenza è il presupposto necessario per compiere una scelta consapevole e duratura. La base della conoscenza è la discussione aperta, la possibilità di dare libera circolazione alle idee, offrire dialogo, permettere il contraddittorio. E’ per tutti questi ragionevoli motivi che l’associazione di cultura politica “il cantiere”, attraverso il suo Centro Studi, ha svolto un seminario dedicato alla Riforma della legge elettorale. L’incontro si è tenuto presso l’Hotel Boscolo Aleph di Roma, in via San Basilio, intorno ad un tavolo, dove si sono ritrovate insieme persone comuni e personalità diverse, di appartenenza politica varia e ciascuno con un proprio profilo professionale e culturale. Erano presenti al seminario gli iscritti e i soci dell’associazione “il cantiere”, oltre ad importanti ospiti tra politici, parlamentari, giornalisti, docenti universitari e giuristi. In particolare, meritano di essere messi in evidenza gli interventi di Roberto Giachetti, vice presidente della Camera dei deputati; Benedetto Della Vedova, senatore di Scelta Civica; Claudio Martelli, che ha da poco mandato alle stampe un suo libro autobiografico intitolato “Ricordati di vivere”, edito da Bompiani. Inoltre, sono intervenuti: Marco Beltrandi, dirigente del Partito Radicale; Enrico Morbelli, direttore della Scuola di Liberalismo di Roma nonché della Fondazione “Luigi Einaudi”; Salvatore Bonfiglio, docente di diritto costituzionale italiano e comparato e tutela dei diritti fondamentali presso l’Università Roma Tre.
Di grande interesse sono state le relazioni de "il cantiere" attraverso gli interventi di Pier Luigi Marconi, Alessandro Manna e Fabio Verna. Al centro del dibattito è stata discussa la proposta per una Riforma della legge elettorale in chiave uninominale e maggioritaria, con Collegi piccoli e primarie di Collegio. A tal proposito, il Centro Studi "il cantiere" ha prodotto un documento in cui sono esposte le tesi politiche, storiche, giuridiche e di comparazione dei vari modelli elettorali, al fine di porre la questione sul tavolo della cronaca e dell'attualità politica nazionale.
La discussione, le riflessioni, gli approfondimenti sono durati l’intera mattinata e sono stati registrati dai microfoni di Radio Radicale e seguiti anche dalle telecamere della web tv “Liberi.tv”. A moderare i lavori è stata Camilla Nata, giornalista Rai nonché vice presidente dell’associazione “il cantiere”. Alla fine dei lavori, la soluzione rimane aperta e il seminario continua in modo permanente, ma sempre secondo il metodo liberale e l'intelligenza collettiva.
Pier Paolo Segneri
Presidente/Coordinatore
dell'associazione di cultura politica "il cantiere"
lunedì 20 gennaio 2014
Lo spagnolo corretto è un colpaccio
Se, come sembra, si chiude sullo spagnolo corretto, monocameralismo e correzione anti casta del Titolo V, Renzi ha messo a segno un gran colpo. Lo spagnolo corretto - con sbarramento al 5 per i coalizzati, all'8% per i non, ed eventuale doppio turno per la coalizione che non raggiunga il 35% al primo turno - va benone:
1) scoraggia liste al di fuori dei grandi partiti
2) dà la certezza di maggioranze stabili grazie al doppio turno
3) rende vani i ricatti dei partitini (non vuoi entrare in coalizione al primo turno ? Al secondo diventi inutile).
Il passo successivo, non presente nell'accordo, dovrebbe essere l'aumento dei poteri del primo ministro, cui andrebbe data la facoltà di nomina e revoca dei ministri. Niente più casi Cancellieri o Di Girolamo. Intanto le solite anime in pena gridano allo scandalo per l'accordo con B. Mentre non avevano fiatato per le genuflessioni davanti ai 5 stelle. Run Renzi run.
domenica 5 gennaio 2014
Monocameralismo monocameralismo
Il garbuglio istituzionale italiano non è solo causato dalla legge elettorale, ma in misura maggiore dal bicameralismo perfetto. Se non sarà superata l'elettività del senato, non si avrà nessuna garanzia sulla formazione di maggioranze diverse nei due rami del parlamento. Ciò perché la costituzione prevede che il senato (art. 57) sia eletto su base regionale e, quindi, con un meccanismo differenziato, rispetto all'altra Camera. Così fu con il mattarellum che prevedeva lo scorporo integrale al senato e con il porcellum che assegnava premi di maggioranza regionali. Un'ulteriore distorsione, quest'ultima, voluta dalla presidenza Ciampi in ossequio al dettato costituzionale. In sintesi, la nuova legge elettorale se non sarà accompagnata dalla nascita di un senato delle regioni modello bundesrat rischierà di non servire a nulla. Run Renzi run.
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