Le tecniche elettorali, si sa, sono importanti e da esse dipendono le sorti di una democrazia. Due esempi, sono la Weimar del '33 e la quinta Repubblica francese del '58. In un caso il proporzionale facilitò la fine della democrazia, nel secondo il doppio turno facilitò l'uscita della Francia da una drammatica crisi politica. Nell'attuale dibattito sulla legge elettorale, questo sito si è in tempi non sospetti pronunciato a favore dell'adozione del sistema tedesco.
Vediamone alcune ragioni: 1) il sistema politico italiano non è mai stato, né potrà essere bipartito, il che lo rende simile alla realtà tedesca caratterizzata da una competizione politica tra cinque o sei partiti 2) in Italia è necessaria una guida di governo riformista che consolidi la strada avviata con i governi Monti, Letta, Renzi e scongiuri avventure populiste. Il sistema elettorale tedesco è quello che meglio può garantire un tale esito perché prevede l'alleanza tra partiti che abbiano visioni di fondo comuni (l'europeismo). 3) consente di scoraggiare la formazione di partiti cespugli palesemente sotto al 5%, che abbiano il solo obiettivo di ricattare le forze politiche maggiori 4) favorisce un collegamento tra candidato e territorio grazie al primo voto, conciliandolo con il voto al partito che determina la quantità di collegi conseguiti da ciascun partito 5) permetterebbe di smascherare il bluff di una forza come il movimento 5 stelle che rifiuta di misurarsi con il governo del paese preferendo i tranquilli pascoli della demagogia. Il PD avrebbe tutto da guadagnare perché potrebbe utilizzare l'effetto trascinamento dei suoi candidati nei collegi e invocare il voto utile nei riguardi delle micro formazioni alla sua sinistra. Queste ultime, anche se si coalizzassero in una novella Sinistra arcobaleno, paleserebbero la loro non spendibilità per il governo perché nel caso in cui superassero la soglia non porterebbero in dote al PD un numero di seggi sufficiente per formare un governo, escludendo essi stessi di formare maggioranze con Forza Italia. Insomma, sarebbero condannati in tutti i casi all'inanità. In una situazione simile verrebbe a trovarsi il partito della Meloni, schiacciato com'è su posizioni sovraniste.
L'altra conseguenza, certo di minore rilevanza, è l'ampio consenso che la soluzione tedesca riscuote presso i costituzionalisti. Specie presso coloro, la Carlassare, Onida, Rodotà, che più si sono spesi per il no al referendum. Ma chissà perché in questi giorni la loro voce non si sente