Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Il Professore Mario
Monti, in risposta a chi lo ha accusato
di essersi ormai condannato a fare la stampella del Pd, ha espresso in
modo netto e chiaro la sua disapprovazione a tale lettura: «Io non faccio la
stampella di nessuno». Bene. Ma perché questa frase così limpida possa effettivamente trovare
riscontro anche nelle scelte e nell’azione politica della coalizione montiana,
allora - arrivati a tal punto del percorso elettorale, ormai giunto in una fase
assai avanzata - la strada che Monti ha la possibilità di intraprendere è una
ed una soltanto: quella di recuperare la visione politica di Alcide De Gasperi
e la conseguente strategia di alleanze con le forze laiche e liberali. Il
Presidente Monti, infatti, non può dimenticare che, nel 1948, il leader della
Dc di allora, sia per battere alle urne il Fronte
democratico popolare di Pietro Nenni e di Palmiro Togliatti sia per avere
la prospettiva di poter governare in maniera stabile dopo il responso delle
urne, costruì un’alleanza ampia con le forze laiche e liberali in generale e
con i social-democratici di Guseppe Saragat in particolare. Le prossime
elezioni politiche, quindi, per necessità riformatrice e per la notevole
influenza determinata dalle questioni internazionali, per gli schieramenti in
campo e per la prospettiva europea, potrebbero diventare assai simili a quelle
del 18 aprile 1948. Non a caso, lo stesso leader di Italia Futura, Luca
Cordero di Montezemolo, lo scorso novembre
ha affermato in modo inequivoco: «Il voto del 2013 è importante come quello del 1948». Ma la scelta di De
Gasperi, nel 1948, non fu quella di chiudersi nel recinto della Dc, ma aprì la
propria coalizione ai Liberali, ai Repubblicani, ai socialisti democratici di
Saragat che superarono il 7% dei voti. All’epoca c’era la sinistra dell’asse
Nenni-Togliatti, oggi, facendo tutte le differenze del caso e i distinguo
necessari, abbiamo il corrispettivo asse Bersani-Vendola. Per essere
politicamente competitivo rispetto alle altre coalizioni in campo, Mario Monti
ha una sola strada da percorrere, quella di De Gasperi. In altre parole, per
non finire con il fare la stampella del Pd, il Presidente dimissionario può
soltanto tentare di accogliere nel proprio schieramento politico altri alleati
che riproducano il campo liberal-democratico del leader democristiano nel 1948.
Ci riferiamo alla Lista di scopo
“Amnistia, Giustizia, Libertà” promossa dai Radicali, alla lista “Fare” di
Oscar Giannino e, forse, anche ai Socialisti democratici del Psi di Nencini. Insomma, siamo d’accordo con Montezemolo che, in
quella intervista del novembre scorso, aggiunse: «Le elezioni del 2013 saranno l’appuntamento più importante per questo
paese da quelle del ’48. Voltare pagina si può. Nessuna maledizione ci condanna
se non saremo noi stesso a volerlo. Mettiamoci al lavoro, mettiamoci insieme,
lavoriamo e crediamo nel futuro». Marco Pannella ha scritto una lettera a Mario
Monti, noi aggiungiamo questo ulteriore aiuto affinché vi sia una risposta in
tempi brevissimi”.
Marco Beltrandi - Pier Paolo Segneri