Caro Franco,
Materiali Magazine predilige il metodo liberale e, di conseguenza, vuole essere uno spazio aperto a tutte le opinioni cui, nel nostro piccolo, volentieri diamo voce. Non voglio entrare nel merito del comunicato di Beltrandi e Segneri, mi preme, tuttavia, dirti quello che penso io dell'attuale scenario pre elettorale.
Materiali Magazine predilige il metodo liberale e, di conseguenza, vuole essere uno spazio aperto a tutte le opinioni cui, nel nostro piccolo, volentieri diamo voce. Non voglio entrare nel merito del comunicato di Beltrandi e Segneri, mi preme, tuttavia, dirti quello che penso io dell'attuale scenario pre elettorale.
A sinistra si è formato uno schieramento di tipo conservatore, condizionato da un azionista di riferimento forte quale la CGIL. Il che si traduce in una difesa dei garantiti (lavoratori dipendenti della p.a., pensionati che ne costituiscono la maggior parte degli iscritti). Questo fronte per la sua composizione sociale e culturale è alieno da riforme che amplino le libertà. Mi riferisco alle libertà di scelta generate dalla concorrenza, dall'apertura al mercato, dallo smantellamento dei monopoli. Inseparabili dalle libertà politiche e civili. D'altra parte, ciò trova conferma nella loro contrarietà alla riduzione della spesa pubblica e conseguentemente della pressione fiscale, nella difesa dello status quo su lavoro (la difesa ad oltranza di imprese inefficienti, piuttosto che creare le condizioni per investimenti stranieri), proprietà pubbliche, scuola (la retorica sull'attacco all'istruzione pubblica senza mai sottolineare la necessità di premiare il merito), università (la difesa del valore legale del titolo di studio), giustizia (il silenzio sull'amnistia), di un welfare che copre solo i garantiti creando quello che Pietro Ichino definisce un sistema di apartheid nei confronti dei precari. Potremmo continuare. La gestione bersaniana delle liste, questa sì nel migliore stile comunista, ne è la conferma. Tutti gli esponenti non allineati, guarda caso appartenenti alla componente liberal, sono stati tagliati fuori. Non si tratta di essere comunisti o anti comunisti, categorie dopo l'89 funzionali solo alla propaganda di B., ma di capire se vogliamo una società più aperta, libera, inclusiva. L'attuale sinistra italiana è in grado di garantire questi obiettivi ? Gli stessi perseguiti da Blair e da Shroeder, i leader della più lunga e vincente stagione vissuta dalla sinistra europea.
Paolo Allegrezza