Le elezioni romane della primavera
2013 possono segnare l'inizio di una nuova fase politica. Anti partitocratica e in grado di legittimare una n uova élite. Al momento, tra candidati in
pectore e annunci di primarie, del
governo della città si è parlato poco. Unica eccezione l’iniziativa
referendaria promossa dal comitato Roma
si muove: la proposta di 8 quesiti su
mobilità, ambiente, diritti civili, partitocrazia
(http://www.romasimuove.it/chi-siamo/).
Lì si delinea un profilo esauriente delle scelte da
compiere da Roma che, di là della possibilità o meno di andare al
voto, affermano talune discriminanti programmatiche inconciliabili
con la logica mediatoria del vecchio “modello Roma”. Il punto da dirimere riguarda la capacità di mettere in campo un progetto di governo
per la capitale in grado di affermare il primato dell'interesse pubblico su corporazioni e lobbies. Se, al contrario, assisteremo ad una riedizione dello
schema saggezza contro barbarie - con la prima impersonata dai vecchi
epigoni del rutellismo e del veltronismo guidati da Zingaretti e la seconda dai post
fascisti berlusconizzati - allora Roma e la politica italiana avranno
perso un'ennesima occasione. Ben venga allora la novità di una candidatura fuori delle consorterie come potrebbe essere quella di Loretta Napoleoni.