venerdì 8 aprile 2011
Dai Verdi tedeschi segnali anche per noi
La notizia è che i Verdi sono diventati il primo partito tedesco. Attualmente stimati al 28%, contro il 23% dei socialdemocratici e il 30% dei cristiano - sociali, renderebbero teoricamente possibile la nascita di una coalizione di sinistra dagli equilibri opposti rispetto a quelli sperimentati alla fine degli anni '90. La buona notizia per i riformisti è che non conquistano consensi spingendo il pedale sul pedale delle vecchie bandiere di sinistra, da noi tanto care al duo Vendola - Fiom, ma presentandosi come campioni di pragmatismo. I Verdi di oggi, lontani parenti dei Grunen un po' fricchettoni e anti capitalisti dei decenni scorsi, si fanno sostenitori di una via eco compatibile al mercato che riesca a coniugare profitto e ambiente. Come negli esperimenti urbanistici di Berlino o Friburgo, divenuti potenti fattori di attrazione e modello per altre città europee. Una futura giunta riformista romana, ad esempio, lì troverebbe ottimi spunti. Dove governano dimostrano che si può essere ambientalisti e non apocalittici, sostenendo la crescita grazie al forte investimento sulle rinnvoabili che nel 2050 potrebbe portare a soddisfare l'80% del fabbisogno energetico tedesco. Favorevoli all'Europa, non considerata lo strumento degli appetiti del capitalismo finanziario, la vorrebbero provvista di quella gamba politica che alcune cancellerie europee vedono come il fumo agli occhi. Favorevoli, soprattutto, ad interventi umanitari volti a fermare le stragi di civili e lontani dal pacifismo ideologico ancora parzialmente in voga da noi. In più sono un partito organizzato, con i loro meccanismi di selezione della classe dirigente, lontani dall'essere un movimento personalistico, alla maniera italiana. Insomma, vuoi vedere che dietro il sole che ride spunta un nuovo riformismo utile a tutta la sinistra europea ?