MANIFESTO DEL DOPOFUTURISMO
Di Franco Berardi (Bifo)
1. Noi vogliamo cantare il pericolo dell'amore, la creazione quotidiana dell'energia dolce che mai si disperde.
2. L'ironia, la dolcezza e la ribellione saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. L'ideologia e la pubblicità hanno esaltato finora la mobilitazione permanente delle energie produttive e nervose dell'umanità per il profitto e per la guerra, noi vogliamo esaltare la tenerezza il sonno e l'estasi, la frugalità dei bisogni e il piacere dei sensi.
4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza dell'autonomia. Ciascuno ha il suo ritmo e nessuno deve esser costretto a correre a velocità uniforme. Le automobili hanno perduto il fascino della rarità e soprattutto non possono più svolgere il compito per il quale furono concepite. La velocità è diventata lenta. Le automobili sono immobili come tartarughe stupide nel traffico cittadino. Solo la lentezza è veloce.
5. Noi vogliamo cantare l'uomo e la donna che si accarezzano per meglio conoscersi e per meglio conoscere il mondo.
6. Bisogna che il poeta si spenda con calore e prodigalità per aumentare la potenza dell'intelligenza collettiva e per ridurre il tempo del lavoro salariato.
7. Non vi è più bellezza se non nell'autonomia. Nessuna opera che non esprima l'intelligenza del possibile può essere un capolavoro. La poesia è un ponte gettato sull'abisso del nulla per creare condivisione tra immaginazioni diverse e liberare singolarità.
8. Siamo sul promontorio estremo dei secoli… Dobbiamo assolutamente guardare dietro di noi per ricordare l'abisso di violenza e di orrore che l'aggressività militare e l'ignoranza nazionalista possono in ogni momento scatenare. Viviamo da molto tempo nella religione del tempo uniforme. L'eterna velocità onnipresente è già dietro di noi, nell'Internet, perciò ora possiamo dimenticarla per trovare il nostro ritmo singolare.
9. Noi vogliamo ridicolizzare gli idioti che diffondono il discorso di guerra: i fanatici della competizione, i fanatici del dio barbuto che ci incita al massacro, i fanatici terrorizzati della disarmante femminilità che c'è in noi tutti.
10. Vorremmo fare dell'arte forza di cambiamento della vita, vorremmo abolire la separazione tra poesia e comunicazione di massa, vorremmo sottrarre il dominio sui media ai mercanti per consegnarlo ai sapienti e ai poeti.
11. Canteremo le folle che possono infine liberarsi dalla schiavitù del lavoro salariato, canteremo la solidarietà e la rivolta contro lo sfruttamento. Canteremo la rete infinita della conoscenza e dell'invenzione, la tecnologia immateriale che ci libera dalla fatica fisica. Canteremo il cognitario ribelle che si mette in contatto con il proprio corpo. Canteremo l'infinità presente e non avremo più bisogno di futuro.