Se Renzi iniziasse da Roma, il suo sarebbe un percorso minato. E' il caso del doppio uppercut conservatore lanciato nei giorni scorsi alla Camera dei deputati sul decreto salva Roma. Un emendamento presentato da Linda Lanzillotta nell'ambito del decreto salva Roma, prevedeva la possibilità di cedere quote di Acea (come di altre municipalizzate in crisi) ai privati obbligando ad assetti aziendali (leggi riduzioni di personale) coerenti con i conti. In una parola la parola fine alle periodiche immissioni di soldi pubblici a fronte dei deficit cronici delle municipalizzate. Pochi giorni dopo (qui il secondo colpaccio conservatore) è stato approvato un emendamento bipartisan che impone il preventivo accordo con i sindacati riguardo ad interventi sul personale. Insomma, se i romani pagano le tasse locali più alte d'Italia, il Comune ha un debito che sfiora i 900 milioni di euro, se le aziende di servizi (Atac su tutte) sono inefficienti e sovradimensionate, devono abbozzare. Sarà la politica, di concerto col sindacato, a pensarci. Come ha fatto finora. Run Renzi run.