"Le partecipate sono il vero cancro degli enti locali, un passato di cui non ci si riesce a liberare, con incarichi e consulenze dai compensi fuori mercato che non hanno prodotto niente", sono parole del presidente della corte dei conti pronunciate in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2013. Non è una notizia, ma la realtà che su questo magazine abbiamo denunciato da tempo, anche nella raccolta di saggi della II edizione di "Per Roma" appena uscita in ebook. Le partecipate, ma sarebbe più corretto continuare a chiamarle municipalizzate, sono piene di debiti, svolgono un servizio inefficiente, sono sovradimensionate nel personale, sono campioni di assunzioni clientelari, consulenze inutili e, soprattutto, sono estranee alla concorrenza. Prevale, infatti, l'affidamento diretto. Sono, tuttavia, irriformabili considerando la funzione di ammortizzatore sociale a livello locale che svolgono con la compiacenza di tutti i partiti. I dati e la ricostruzione dello sconfortante scenario sono sul sito della corte dei conti, Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2012. Nel frattempo noi romani ci prepariamo ad assistere, sulla sponda Pd, alla competizione tra un chirurgo, un giornalista piacione e una serie di piccoli e piccolissimi professionisti della politica.