lunedì 16 aprile 2012
Debito - rigore - recessione. Come uscirne ?
Dalla spirale debito - misure rigoriste - recessione non si esce. Nonostante le buone intenzioni del governo Monti. L'Italia ha un debito pubblico pari al 120 % del Pil di cui il 47% collocato all'estero. Le cause di questo disastro sono note e attengono alla debolezza cronica del sistema istituzionale italiano, passato dalla guerra fredda alla globalizzazione senza una vera soluzione di continuità. Governi deboli nella prima e nella seconda repubblica. Non resta che sperare nella terza. Tuttavia, gli italiani se non hanno virtù di governance istituzionale una qualità ce l'hanno: sono ricchi, molto ricchi. La ricchezza privata, finanziaria e immobiliare, supera di 7 volte l'ammontare del debito pubblico. Come dire: bravi nella produzione di ricchezza, incapaci nella gestione di sistemi complessi. La dannazione di un'antica vocazione all'individualismo. I veti incrociati di questi giorni ne sono l'ennesima dimostrazione. Stando così le cose, rimanere in attesa di una fantomatica ripresa che non viene può essere esiziale. E allora esiste nel medio termine un'alternativa alla massiccia vendita del patrimonio pubblico (Eni, Enel, in primis) e alla patrimoniale ? Se le cose stanno così ci vorrà una coalizione grande, grandissima per salvare la democrazia e arginare i nuovi mostri pupulisti all'orizzonte.