Ottimo esordio l’altra sera per Saviano e Fabio Fazio, d’accordo.
Ma un brivido mi ha percorso la schiena leggendo l’articolo di Sandra Amurri su Il Fatto Quotidiano di oggi, dove si parla con entusiasmo dell’efficacia e della possibile “spendibilità” mediatico-politica della coppia Vendola-Saviano, tale forse da placare l’ansia gerontoclasta del giovane Renzi.
E lascia perplessi il riferimento alle “capacità narrative” dei suddetti: quasi che ai fini di un autentico rinnovamento del PD e della sinistra in generale fosse più necessaria la gratificante ondata emotiva prodotta dai due abili affabulatori piuttosto che il lavoro sotterraneo, a volte sottotono ma costante, talvolta non sfavillante ma apprezzabile; insomma, il “fare politica” condotto dal segretario Bersani.
Forse lo slogan “Rimbocchiamoci le maniche” non sarà dei più travolgenti e innovativi, ma credo sia preferibile all’accattivante quanto inconsistente proposta dei sedicenti “Comizi d’amore”.
La passione e l’impegno di Saviano e Vendola ci sono ben note e la sinistra, anzi il Paese, ne ha certo bisogno come linfa rigenerante. Ma attenzione a incoronarli salvatori della patria. Non esponiamo l’uno e l’altro a logiche di “nomination” stile Grande Fratello, che oggi decretano vincente la stessa persona che domani potrebbero distruggere e dimenticare.
Evitiamo soprattutto il sempre perdente populismo di sinistra.
DaS