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mercoledì 6 ottobre 2010

Dalla creazione allo Ior

La secolarizzazione galoppante della Chiesa si può conciliare con la missione planetaria di aggregazione dell'Uno ? Un intervento di Franco Paolinelli preceduto da una certa sequenza.



Le Scritture descrivono piuttosto bene la prima fase di sviluppo della materia che si organizza in modo sempre più complesso, dando luogo ad un insieme di forme possibili, inorganiche ed organiche, senza una vera soluzione di continuità. Le “giornate bibliche” possono essere lette, infatti, come fasi dell’evoluzione, al culmine delle quali, secondo le Scritture, appare l’Uomo.
Questi è tale, e non più animale, in quanto ha “coscienza”. Il suo effetto è di spingere l’Uomo ad organizzare le sue comunità, non accetta più la condizione animale e crea nuovi mezzi e nuove forme sociali per difendersi e crescere.
Ma, questo processo, fin dal suo inizio, inverte la polarità dell’evoluzione: dalla diversificazione all’integrazione. Appena apparso, infatti, l’Uomo avvia la crescita numerica delle sue comunità, procede con l’addomesticazione di piante ed animali e costruisce i suoi villaggi utilizzando quanto la Natura gli mette a disposizione. Con questi mezzi è andato, finora, organizzando società sempre più complesse.
Oggi la dinamica del processo inizia a manifestarsi alla scala planetaria. Infatti, è andata crescendo la velocità con la quale si sviluppa l’integrazione, è aumentata esponenzialmente la complessità delle comunità umane, si è proporzionalmente ridotto il numero delle sue unità geo-politiche, è andato crescendo il numero di elementi della Natura integrati nelle comunità a guida umana.
Sembra quindi evidenziarsi un fine teleologico del processo: l’integrazione dell’esistente in un Uno di scala superiore.
Questi, che si vada sviluppando da un’inseminazione primigenia del pianeta o che emerga dal moto proprio della materia potrebbe essere il risultato atteso della Creazione. Se questa è promossa da colui chi in molti chiamano Dio, l’Uno è suo figlio, eventualmente Lui stesso che si riproduce.
Quindi, che sia quello dell’una o dell’altra religione l’Uno di scala superiore potrebbe essere il risultato del processo nelle sue due fasi: incremento di diversità nella prima e reintegrazione nella stessa nell’Uno nella seconda. In altre parole, la prima fase l’evoluzione produce le componenti per l’edificazione dell’Uno stesso.
Non sappiamo, però, qual è la scala dell’Uno figlio di DIO, se sia il pianeta, una volta integrato a singola forma di vita, eventualmente pronta a colonizzare le galassie, ovvero se sia quella delle stelle stesse.

Comunque, nella consapevolezza del processo, le Chiese si sono fatte carico di guidare le comunità per garantire che lo sviluppo dell’organizzazione dell’UNO proceda in modo omogeneo e sostenibile, senza scarti tali che possano arrestarla, quindi attendendo che l’adattamento della specie uomo continui senza salti nel futuro di complessità non ancora raggiunte ma anche senza ritorni a livelli di complessità inferiori, non più idonei alle comunità.

Peraltro, le aperture già avviate per arrivare alla riunione delle Chiese d’origine cristiana ed il dialogo avviato con le altre Religioni monoteiste e non solo, indicano come la Chiesa globale sia già in corso di definizione.

Data la vastità del compito c’è da chiedersi se l’Istituto per le Opere di Religione ne sia uno strumento indispensabile o meno.
F.P.