Elena è un'attrice prossima ai quaranta interessata a farsi mentore di adolescenti promettenti. Lo ha già fatto altre due volte negli anni precedenti ed ora è pronta a misurarsi con Chirù, diciottenne promessa del violino. Il rapporto non ha nulla a che fare con l'amore, né con il sesso. Si tratta di una educazione al gusto e alla capacità di leggere se stesso e gli altri. È questo, e non è poco, che Elena si propone di dare a Chirù. Dopo un inizio felice, le cose si complicano allorché Elena si sottrae all'esclusività del rapporto intrecciando una relazione con un intellettuale svedese che in seguito sposerà. A questo punto Chirù esce di scena per ricomparire anni dopo ormai concertista affermato in un ristorante romano ove casualmente incontra Elena. Fa finta di non conoscerla per poi segnalare beffardamente la sua presenza all'amica.
Michela Murgia al suo terzo romanzo sceglie la strada del racconto intimo, privo della dimensione collettiva delle sue prove precedenti (Il mondo deve sapere, Accabadora). Il romanzo attiva l'aspettativa di una evoluzione erotica del rapporto pedagogico, aspettativa destinata a restare delusa. E qui probabilmente ha agito sapientemente la mano editoriale. Romanzo che tradisce un che di artefatto, frutto di una intuizione, più che di una lettura del mondo. La scrittura fin troppo comoda e leggibile, ne è indiretta conferma.
p.a.
Michela Murgia, Chirù, Einaudi 2015, 15,73 e., Kindle 9,99.