sabato 6 aprile 2013
Aldo Capitini: istituzioni e individui
Pubblichiamo un brano dalla lettera di religione n. 9 che Capitini scrisse il 13 febbraio 1952. Gli individui e le istituzioni, una differenza utile per capire le reali possibilità di cambiamento del nuovo Papa.
Forse mai con la chiarezza di oggi fu possibile vedere la differenza tra le istituzioni e gl'individui; e su questa differenza è bene richiamare l'attenzione, proprio per esigenza religiosa, soprattutto per queste due ragioni:
1. che anche le vecchie istituzioni religiose subiscono questa squalifica;
2. che solo vivendo quella differenza si reagisce alla tentazione di distruggere, con le istituzioni (come si deve) gl'individui (perché anzi, la vita religiosa come la vengo esponendo, li vede tutti esser anche altro che la istituzione a cui appartengono, e li conduce tutti alla liberazione, e perciò attua la nonviolenza).
Non ci si può preparare ad una nuova vita religiosa se non riducendo al minimo i fatti istituzionali di qualsiasi genere...
Le istituzioni, quanto piú si ergono superbe e totalitarie (cioè con la pretesa di abbracciare tutto), tanto piú sono lussuria di potenza e ostacolo diabolicissimo, o storico o umano o mondano che si voglia dire, all'emergere di quella compresenza pura o realtà di tutti, che solo amore e valore ha per confine, e che ha per fondamento incrollabile l'intimità e la libera apertura: spiritus ubi vult spirat (lo spirito soffia dove vuole).
… Perciò tanto piú stona religiosamente che uno che si dice il capo dell'istituzione cattolica (ma io penso che il rinnovamento religioso non sarà opera di un capo, bensí di tutti gli esseri) diffonda parole di soverchio vanto dell'istituzione, come istituzione, e pretenda, nientedimeno, di restaurare cosí lo spirito evangelico, di dare inizio a rifare il mondo dalle fondamenta, e al cambiamento di rotta da tanti desiderato: sono queste frasi del discorso di Pio XII del 10 febbraio 1952. In séguito a questo discorso il capo dell'Azione cattolica scrive commentando e svolgendo: " Siamo caduti molto in basso durante cinque secoli della ribellione protestante ".
Vediamo dunque confermata la tante volte ripetuta autoesaltazione della Chiesa di Roma, l'irreligioso e disgustoso vanto della propria durata nei secoli (come se esso non possa esser fatto ugualmente da tante altre istituzioni storiche, alte e meno alte, e basse, dalla religione ebraica ed altre orientali alla specie dei lupi e degli elefanti e a tanti costumi che durano da millenni), il pagano mito della salvezza di Roma per opera di Maria; e, cosa piú importante, l'accusa alle correnti cristiane non cattoliche; poiché, se si fa una considerazione di costume civile e di moralità, è ben visibile che paesi formati, si può dire, dalla riforma o "ribellione" protestante, come l'Inghilterra, la Svizzera, la Svezia e Norvegia, la Danimarca, l'Olanda, nulla hanno da invidiare alle nazioni cattoliche e particolarmente alla Spagna, dove la Chiesa romana è onnipotente e Maria invocata come patrona.