In concomitanza con l'avvicinarsi delle prove Invalsi si è riacceso uno stantio dibattito sulla possibilità di valutare con criteri universalmente accettati i livelli di competenza dei nostri studenti. Di seguito alcune precisazioni "da dentro".
1) Il fatto che lo
Stato faccia delle rilevazioni dei livelli di apprendimento nelle
scuole statali non può far pensare certamente ad un condizionamento
della programmazione didattica; le indicazioni nazionali, che
accompagnano la nascita dei nuovi licei, già sono sufficienti ad
orientare, e non necessariamente in senso negativo, le nostre
programmazioni didattiche. La libertà di insegnamento è importante
ma non può pregiudicare libertà o diritti di livello superiore.
2) Le regole sociali
sono precisamente un tentativo, positivo e irrinunciabile, di creare
quella omologazione che non si dovrebbe intendere spregiativamente in
quanto è l'insieme condiviso che noi tendiamo piuttosto a chiamare
cultura.
3) In ogni caso il
compito della scuola, che ci piaccia o no, è anche quello di
certificare delle competenze rilasciando un titolo di studio statale
e non generici attestati di frequenza.
4) Le prove del SNV
sono preparate da docenti e testate con cura.
5) Quelli che
qualcuno chiama ancora quiz sono in realtà prove strutturate o
semistrutturate frutto di un lungo e raffinato lavoro docimologico e
costituiscono tuttora uno dei metodi di accertamento di competenze
utilizzato da istituti e università per l'ammissione ai corsi e
dalle agenzie per la selezione del personale. Il fatto che si usino
strumenti di rilevamento delle competenze non implica fondare tutta
l'attività didattica e di conseguenza tutta la valutazione formativa
o sommativa sulle prove strutturate.
6) I questionari
degli studenti con disabilità, che abbiano (cosa auspicabile) o meno
partecipato alla somministrazione, non entrano nel computo
statistico. In questo non c'è alcuna discrezionalità del DS.
7) La pratica del
cheating (imbroglio) sia da parte dei docenti che da parte degli
studenti è tenuta in debito conto e viene calcolata con tecniche
statistiche; i risultati sono sempre al netto del cheating.
8) La valutazione
che si centra sull'autovalutazione prevede una parte attiva e non può
esistere in presenza della cultura del sospetto e del boicottaggio.
La correzione delle prove nazionali vede i docenti impegnati in
un'attività che potrebbe anche ridursi a manovalanza, ma questo
impegno porta anche ad entrare nel vivo delle risposte ai quesiti
della prova e nel processo di raccolta dei dati che è il primo passo
verso la successiva e più raffinata analisi dei dati.
p.e. cretoni