giovedì 15 novembre 2012
Barca è l'uomo giusto
In un precedente intervento avevamo segnalato la nostra contrarietà ad una staffetta per Campidoglio e Regione: un cattolico sul colle, un laico alla Pisana. Ieri le cronache cittadine dei maggiori quotidiani parlavano delle reazioni ad un possibile patto Udc-Pd per portare Andrea Riccardi alla guida del Comune di Roma. I motivi riguardavano sia il metodo scelto, sia il profilo del possibile candidato, poco adatto ad affrontare partite impegnative come il nuovo assetto delle partecipate, la liberalizzazione dei servizi, l'emergenza finanziaria. Non indicavamo un nome alternativo che, nel frattempo, sembra essere spuntato. Si tratta di Fabrizio Barca, attuale ministro per la coesione del governo Monti e già direttore generale al ministero del bilancio per lunghi anni. Economista di vaglia, ex Banca d'Italia, Un Ciampi boy dal profilo tecnico inattaccabile, protagonista nei primi anni '90 dell'unico, serio tentativo di politica economica per il mezzogiorno: la programmazione negoziata. Un'idea giusta per un paese sbagliato, nel senso che la promozione dello sviluppo dal basso che vedeva protagoniste le comunità locali avrebbe dovuto essere sostenuta da una p.a e da istituzioni locali all'altezza del compito. Cosa che, come noto, in Italia non è data. Ma l'idea era giusta e, laddove ha camminato su gambe in grado di sostenerla, ha prodotto buoni risultati. Sarebbe interessante un bilancio della programmazione negoziata con i fondi europei nelle varie aree del mezzogiorno, si potrebbe verificare allora la presenza di realtà virtuose ed altre molto meno. Barca è l'uomo giusto per Roma perché unisce capacità di visione e di governance, è un laico in grado di tenere la schiena dritta sulle note questioni, può tenere insieme uno schieramento eterogeneo il che, quando si parla di elezioni locali, è un pregio.