azine Materiali Magazine Materiali Magazine Materiali Magazine Materiali Mag

lunedì 20 settembre 2010

Oltre lo schermo

Mentre il Pd si avvita nelle sue abituali polemiche e nei personalismi, vi sono dei luoghi privilegiati dove è possibile seguire il dibattito politico come se fossimo in un paese normale. Posti dove si parla di temi astrali quali la possibilità di rilanciare un’identità ideale e programmatica del socialismo riformista. Siti web, blog, e due preziose riviste, Le nuove ragioni del socialismo e Mondoperaio, consentono un’alternativa a chi sia stanco del solito birignao condito di primarie, leader da sostituire, interviste a Cacciari o, peggio, a Renzi.

Entrambe nel loro ultimo numero hanno parlato di un seminario svoltosi a Roma nel giugno scorso ed avente ad oggetto il modo in cui il socialismo europeo può pensare di dare una risposta alla crisi economica internazionale e da lì provare a rialzare la testa. Da segnalare la relazione introduttiva di Salvatore Biasco imperniata sul ritorno ad incisive politiche pubbliche nel segno del superamento dei dogmi neoliberisti da cui la sinistra europea vincente nello scorso decennio si sarebbe fatta ammaliare. Biasco, e con lui altri relatori, propone un nuovo interventismo pubblico nel segno del primato della politica da svilupparsi entro un rinnovato contesto europeo. La premessa è individuata nell’estensione della costruzione europea dal livello economico a quello politico.

Chi scrive ha più di una perplessità sulla validità di questa ricetta, di cui non si capisce l’effettiva distanza dal tradizionale tassa e spendi della sinistra pre Blair; oppure sulla sua utilità nel superare l’annoso problema italiano di un costo del lavoro per le imprese quasi pari a quello tedesco con salari inferiori del 40%. Per non parlare del peso delle tante corporazioni. Ma non è questo il punto.

Sull’ultimo Mondoperaio vi sono articoli puntuali e documentati sul Mitbestimmung, il modello tedesco di partecipazione dei sindacati nei consigli di sorveglianza delle aziende, sulle proposte Ichino-Boeri riguardanti il contratto unico e, udite udite, sulla retorica anti urbana di certo ambientalismo (in un pezzo di Guido Martinotti).


Tutt’altro che chiacchiere. Temi difficili, si dirà, poco adatti al chiacchiericcio di Porta a Porta o Ballarò (Santoro è un’altra cosa), ma di cui il leader di un partito riformista come il Pd non può non parlare. Perché se si trova il tempo per commentare l’ultima boutade di Veltroni, bisogna trovarne il doppio per parlare di cosa si vuole fare una volta al governo. Che si aguzzino gli ingegni, magari escogitando qualche inedita forma di comunicazione. Ci sono tanti
professionisti del settore che potrebbero essere d’aiuto. Bersani potrebbe iniziare a non rispondere più quando lo interpellano sulle solite banalità ed andare a ruota libera con dati e proposte di governo. Forse all’inizio lo prenderebbero per matto, ma poi potrebbe comunicare a chi lo ascolta un vago senso di soddisfazione, se non di piacere, assente nelle sue ultime, cupe perfomance televisive.
p.a.