In "Per Roma", il volume collettivo del 2011 indicavamo alcune questioni cruciali per imprimere una svolta al governo della capitale. Mobilità sostenibile da realizzare grazie a nuovi parametri urbanistici (la Urban green line), l'emergenza finanziaria da superare grazie ad una coraggiosa politica di liberalizzazioni e vendite, politica culturale che valorizzasse la rete dei soggetti attivi da tempo sul territorio, una politica del verde in grado di ribaltare il vecchio paradigma verde pubblico - verde privato. A quattro mesi dall'elezione di Marino appare ormai chiaro che proprio sul livello di innovazione rispetto a quelle questioni si giocherà il futuro della giunta. Se il Sindaco in bicicletta riuscirà a disboscare le ottanta partecipate dal comune, ad estendere le aree sottratte al traffico ben al di là della vicenda-vetrina dei Fori, a porre seriamente la questione del risanamento di Atac e Ama (per poi valutarne la vendita), a connettere la politica culturale ad un'idea guida, allora potremo guardare al suo dilettantismo senza rimpiangere i professionisti della politica. E scoprire che sanare 860 milioni di buco finanziario con soldi pubblici senza riforme non è più operazione proponibile.